La gioia per la nascita di Camilla
«Felicità unica, ora segno per lei Preparo un'esultanza a sorpresa»
Lo capisci dall'emozionante racconto d'un evento speciale, da quello sguardo orgoglioso con cui illumina la foto sul telefonino, quella delle donne della sua vita, perché insieme alla piccolina, nata martedì scorso, c'è Martina, la moglie, la compagna di sempre. L'altro compagno, ma solo di viaggio, è proprio il gol. Nell'area piccola fa valere la legge da bomber consumato, quella che gli ha permesso di scalare le gerarchie e di conquistare la Nazionale. Rocchi è rimasto Tommaso, il ragazzo umile che ha tagliato i traguardi appellandosi a sacrificio e applicazione, quello che rifugge i clamori anche quando strappa applausi con una prodezza decisiva. Come si sente papà Rocchi? «Difficile spiegare quanto sia felice. E non smetterò, mai, di ringraziare mia moglie per avermi regalato la gioia più grande della mia vita. Ho assistito al parto, ho vissuto sensazioni uniche. Più passa il tempo e più me la guardo, Camilla. È uno spettacolo». Ha pensato al primo gol con dedica? «Spero di regalarle una rete già contro il Cagliari (domenica prossima, ndr). Non so ancora come festeggiare ma sicuramente non con il "ciuccio" alla Totti. La culla? Chissà, ho in mente anche qualcosa di diverso». E della Lazio che pensa? Ha imboccato la strada giusta? «Stiamo crescendo, esistono i presupposti per fare bene. Non era facile partire con la zavorra mentale dell'handicap». Che squadra è rispetto all'anno scorso? «Una buona squadra, che ha perso giocatori importantissimi ma ne he acquistati altri dalla potenzialità interessanti. I nuovi si stanno inserendo nei meccanismi, nelle ultime gare si sono già visti i primi miglioramenti. Possiamo solo crescere, fare paragoni ora è difficile». Avete fissato un obiettivo? «Il primo bilancio lo faremo dopo aver lasciato la zona calda della classifica. Ora è prematuro, pensiamo a tirarci fuori dalle sabbie mobili». Cosa si aspetta dall'arbitrato? «Uno sconto, non un regalo. Perché penso sia giusto toglierci dei punti, perché mi sono non meritavamo un trattamento così severo». È cambiato qualcosa nel suo gioco? «Era inevitabile che la partenza della coppia centrale di centrocampo cambiasse alcune cose, soprattutto inizialmente. Mi devo solo sincronizzare con Ledesma, ci stiamo studiando, dobbiamo venirci incontro. Con il Torino s'è visto qualcosa di interessante, ci siamo divertiti». Si trova meglio accanto a Pandev o a Makinwa? «Devo trovarmi bene con entrambi anche se hanno caratteristiche opposte». Rossi è cambiato o lo stesso tecnico dell'anno scorso? «Direi il solito, forse anche lui più teso per questa situazione di classifica ma con una grande voglia di compiere l'impresa». Veniamo a lei: si è fissato un traguardo in termini di gol? «Punto sempre a migliorarmi, quindi a fare qualcosa in più delle 16 reti realizzate l'anno scorso. Questo significherebbe attestarsi nelle zone alte della classifica dei bomber, arrivare il più in alto possibile ma senza assilli». Quanto pensa alla Nazionale? «Beh, non la perdo certo di vista. Sono davvero orgoglioso della convocazione di Donadoni, so che mi stima, il fatto di essere stato inserito nella sua prima lista da commissario tecnico significa che sono tenuto in considerazione, a prescindere dalle ultime scelte. Sono sereno e convinto che se farò bene con la Lazio tornerò in azzurro». Di Canio quanto le manca da uno a dieci? «Sicuramente dieci, come il primo giorno, però il calcio ti insegna che devi andare avanti». E il derby senza di lui come lo vivrà? «Gli ho detto di venire in Curva Nord, la sua carica è speciale». Già pensa alla sfida con la Roma? «Ci penso da agosto, me lo sono segnato sull'agenda. È stata la prima cosa che ho guardato» Sta pensando di chiudere la carriera nella Lazio? «Sì, ci sto pensando. Ho preso in seria considerazione l'ipotesi di rimanere in biancoceleste a vita. A fine anno mi piacerebbe ridiscutere la posizione con tanto di allungamento ma c'è tempo per parlarne. Non abbiamo fretta». Il suo primo pensiero ora è fare felice Camilla. E regalarle tanti gol. Parola di papà-bomb