di SIMONE PIERETTI AZZURRI, ultima chiamata.
L'Ucraina, avversario di turno già battuto ai Mondiali con un sonoro tre a zero, non potrà contare su Shevchenko, messo ko dall'influenza. Ma al di là del valore degli ospiti, la squadra azzurra dovrà fare i conti con sé stessa: fino a oggi il tecnico non è ancora riuscito a trovare la quadratra del cerchio, modificando un modulo vincente per passare al 4-3-3. Nella sfida di questa sera all'Olimpico (previsti almeno 60 mila spettatori, tra cui i 6 mila bambini ospiti della Figc) l'allenatore bergamasco potrà contare sul ritorno dei veterani della campagna germanica: insieme a Toni tornerà anche Del Piero favorito sugli altri compagni di reparto per un posto da titolare. Ieri la nazionale azzurra si è allenata nel tardo pomeriggio nell'impianto del Foro Italico: poco più di un'ora, con schemi e partitella a metà campo. Mauro German Camoranesi ha interrotto il proprio allenamento qualche minuto prima dei compagni di squadra, dopo aver subìto un colpo al collo durante la sfida in famiglia. Ma questa sera dovrebbe essere regolarmente al suo posto. In difesa Materazzi sarà preferito a Nesta, con Oddo e Zambrotta sulle corsie esterne. «Saremo costretti a fare una buona gara - ha dichiarato il ct azzurro Donadoni al termine della seduta di allenamento - ma la vittoria sarà solo una conseguenza della prestazione che riusciremo a fornire. Conosciamo l'Ucraina e sappiamo che ci aspetta una partita complicata, ma a livello personale non ho particolari preoccupazioni». Beata incoscienza: un solo punto conquistato a Napoli contro la Lituania non è certo un buon biglietto da visita per la nazionale campione del mondo, costretta a rincorrere dopo la sonora scoppola rimediata a Parigi. Fallire la qualificazione ai prossimi Europei sarebbe una clamorosa sconfitta per tutto il movimento calcistico italiano, ancora sotto choc dopo la rovente estate di Calciopoli. «Non guardo la classifica né penso ai punti che abbiamo perso per strada nelle prime due partite di qualificazione: vado oltre, pensando ai punti che dovremo conquistare di qui in avanti. Rispetto alla partita con la Francia, la condizione atletica della squadra è migliorata: abbiamo un mese in più nelle gambe, i giocatori hanno maggiore brillantezza fisica. La maglia numero dieci? Finirà sulle spalle di De Rossi. Tutti gli altri hanno voluto mantenere il numero che avevano in Germania, lui ha preferito abbandonare la maglia numero quattro che non gli ha portato particolarmente fortuna». Archiviata la banalissima questione legata alla casacca, in casa azzurri si potrà pensare a qualcosa di maggiormente importante. «Shevchenko? Non ci sarà ed è un vantaggio, ma tutti gli altri suoi compagni cercheranno di dare qualcosa in più per ovviare alla sua assenza: è un giocatore di grandissimo valore, sarà un problema in meno per la nostra difesa». Dall'altra parte ci sarà Oleg Blokin, pallone d'oro nel 1975 e bandiera del calcio ucraino. Il tecnico è consapevole della forza degli azzurri, ma al tempo stesso suona la carica. «Chi ha paura di scendere in campo contro l'Italia può restare tranquillamente a casa - ha dichiarato ieri sera l'allenatore prima dell'allenamento di rifinitura all'Olimpico - conosciamo la forza dell'Italia ma siamo venuti a Roma per vincere. Giochiamo contro i campioni del mondo ma non abbiamo alcun timore».