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I dubbi sul cittì e una classifica preoccupante

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Da poco Roma è diventata la sede più frequentata dalla nostra Nazionale che vi ha giocato 54 incontri. Non è stato amore a prima vista tra la squadra azzurra e la Capitale. Prima di arrivare a Roma, dove ha giocato per la prima volta il 25 marzo 1928 (Italia-Ungheria 4 a 3), l'Italia aveva giocato 25 gare interne disputandone 14 a Milano, 10 a Torino, 6 a Genova, 3 a Bologna ed una a Padova. Tuttavia a Roma l'Italia conquistò, nel 1934, il suo primo titolo mondiale nel vecchio stadio del partito e vi ha giocato anche la gara inaugurale dello Stadio Olimpico il 17 maggio 1953, perdendo per 3 a 0 contro l'Ungheria. Il sorpasso nei confronti di Milano, dove la Nazionale ha giocato 51 partite, è avvenuto da poco. L'idea di dare alla Nazionale una sede fissa non è praticabile. L'ha realizzata l'Inghilterra che per molti anni ha fatto giocare la sua rappresentativa a Wembley, fino a quando il glorioso stadio è stato demolito. Il calendario internazionale ci propone partite di scarso richiamo per le quali non solo l'Olimpico ma molti altri stadi italiani sarebbero troppo grandi. Fino ad oggi la Nazionale ha giocato in Italia 303 partite in 39 città diverse. Quella di domani è una partita importante. Basta dare un'occhiata alla classifica del girone di qualificazione per il prossimo campionato europeo per capire che la nostra situazione è tutt'altro che brillante. Un pareggio interno con la Lituania ed una sconfitta con la Francia a Parigi non ci consentono altri passi falsi, in altre parole siamo obbligati a vincere, che non è mai una situazione tranquilla. Alle difficoltà di classifica si aggiungono quelle di carattere interno. Roberto Donadoni è stato complessivamente accolto con molta simpatia. Gli è stata perdonata la sconfitta con la Croazia in una infelice (per la sede e per la data) amichevole giocata in agosto a Livorno ma già il pareggio con la Lituania a Napoli ha fatto nascere i primi interrogativi, poi ingigantiti dalla sconfitta parigina. Si può interpretare come atto di onestà il fatto che Donadoni abbia offerto le proprie dimissioni quando Guido Rossi ha lasciato il suo incarico ma la sostituzione di Albertini con Riva, ineccepibile sotto molti punti di vista ma certamente passata sopra la sua testa, non ne ha rinforzato l'immagine. Inoltre si spera che il problema Totti non si faccia sentire all'Olimpico anche se è venuta fuori la storia della maglia numero 10 a rievocarlo. I problemi di formazione (Nesta o Materazzi, Del Piero o Di Michele) appaiono, in partenza, di ordinaria amministrazione. L'atteggiamento del pubblico può diventare fastidioso solo se la partita dovesse mettersi male. Infine bisognerà anche informarsi del risultato di Scozia-Francia, che sono, insieme all'Ucraina (una partita, una vittoria) le prime del nostro girone e sicuramente le nostre più temibili avversarie.

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