Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La previsione del numero uno

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

«Cosa è questa storia che l'Olimpico potrebbe fischiarci? Me l'hanno detta oggi a tavola. E perchè mai? Se è per la maglia numero 10 di Totti, magari sì, la metto io. Diciamo uno più zero... ». Dovrebbe bastare una risata («oppure la 10 la veste Oddo») per seppellire timori di polemica attorno allo sbarco all'Olimpico della nazionale campione del mondo, tra l'assenza di Totti e gli echi di un pericolo fischi alla nazionale che a Napoli aveva assegnato al «nemico» Cassano quel numero tondo come la classe di chi da sempre lo indossa nel calcio. Ma tra una uscita a pugni chiusi sulla Finanziaria («in tre mesi tante tasse, bisogna capire se la gente va in piazza») e un pallone bloccato a terra sul caso Inter («lo scudetto? tutti i calciatori di serie A sanno chi l'ha vinto»), resta in mezzo la questione Roma. Eppure Cassano alla fine non ci sarà, Totti ha rinnovato il suo invito a Roma a tifare Italia, dopo aver forse chiarito definitivamente con Donadoni i motivi della sua scelta di non venire in azzurro. E il ct ha chiaramente sottolineato che per lui il caso geopolitico non esiste, semmai c'è solo il caso di una partita da vincere a tutti i costi. D'altra parte, i dati sulla vendita di biglietti lasciano prevedere per la sfida Italia-Ucraina un Olimpico tricolore, piuttosto che scenari surreali. «Mi aspetto una festa - dice Buffon - Roma ci ha accolto il 10 luglio accompagnandoci dall'aeroporto fino alla notte. Sarebbe un peccato se neanche un titolo mondiale riuscisse a unirci sotto la stessa bandiera». Al presunto affaire gli azzurri non voglio più pensare, convinti come sono, per dirla con Donadoni, «che ora non si può più sbagliare». Così l'assegnazione delle maglie sarà affrontato come sempre alla vigilia della partita, e i diciotto eroi rimasti (Grosso a casa) riavranno il loro numero tedesco: la 10 ballerà come le altre quattro scoperte tra i sei nuovi azzurri. D'altra parte, di piccoli o grandi paradossi si nutre la prossima partita azzurra: «Richiamando noi campioni e lasciando a casa Gilardino e Cassano - ammette Buffon - Donadoni ha mostrato coraggio. È superficiale addossare tutte le colpe sempre a un allenatore, specie se è appena arrivato. Noi sappiamo che se andasse male indirettamente pagheremmo anche noi, perdendo il treno per l'Europeo. Lui pagherebbe direttamente? Fortuna che certe decisioni non spettano ai giocatori. A noi resta la voglia di vincere perchè la sua sia una condizione migliore: insomma, torniamo al successo per l'Italia ma anche per Donadoni».

Dai blog