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di FRANCESCO CHIESA IL DUELLO, per ora, è solo a distanza.

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Michael Schumacher e Fernando Alonso, prima della sfida ad Interlagos cercano la concentrazione. Partendo, però, da due presupposti distinti. Schumi vuole chiudere la sua carriera con la vittoria nel Gp del Brasile, un successo che significherebbe ottavo titolo mondiale. Correrà sul velluto, su un tracciato antiorario che lo ha visto vincere dal 1990 quattro volte e che lui ama particolarmente. Sarà l'esperienza del Mito a tenere banco. Contro al talento, invece, c'è la forza di Alonso, pilota che ha ancora tanta strada davanti. Sul veloce tracciato di San Paolo, ricco di curve e dislivelli da brivido, sarà un'emozione continua. E il tedesco fa la sua analisi: «Con la vittoria di Shanghai in tasca sono ancora più entusiasta di affrontare la gara di Suzuka. Il circuito è da sogno soprattutto nel primo settore. È un tratto fantastico per la sequenze delle curve e il ritmo velocissimo con cui si susseguono le pieghe». Poi ripercorre le tappe della Ferrari: «Nella seconda metà della stagione — continua ferrarista — abbiamo chiaramente svolto un lavoro migliore e grazie a questo ora siamo pari al nostro principale avversario. Tre mesi fa chi lo avrebbe mai immaginato». Poi l'elogio alla squadra: «La nostra squadra è semplicemente speciale. Considerando — spiega Schumi — quanto spirito agonistico e quanta ambizione i ragazzi mettono in questa sfida, allora non si può certo esserne sorpresi. A Suzuka il Mondiale comincia quasi da capo e credo che per tutti gli appassionati di Formula 1 sarà uno spettacolo esaltante». E allora si parla del gran finale: «Mi aspetto — conclude il tedesco — una lotta dura e serrata. Nei prossimi weekend ci interessa solo ottenere il meglio. In ogni caso anche la vittoria di Shanghai è stata molto preziosa e ha dato a noi tutti una carica supplementare. Speriamo di fare la stessa cosa anche in Brasile». E a San Paolo, nel giorno dell'addio di Schumi, ci sarà anche il campione di calcio Pelè e renderà omaggio al tedesco consegnandogli una statuetta d'oro come Premio alla carriera. Infine, la polemica innescata da Alonso. Lo spagnolo ha attaccato la Renault, rea secondo lui, di puntare più al titolo costruttori che a quello piloti. La notizia arriva dalla Spagna, nelle colonne del quotidiano AS: «Si punta al costruttori e non al piloti. Dalla squadra hanno voluto che finissimo secondi e terzi — spiega arrabbiatissimo Alonso — perché non vogliono che, il prossimo anno, porti in dote il numero uno ad un'altro team. Il team non mi sta aiutando come invece potrebbe fare».

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