Ai Mondiali di scherma il livornese si prende il secondo posto
Saliti ieri sul podio mondiale di Torino — Baldini argento, Barrera bronzo — alla faccia dei pronostici che volevano sul gradino più alto del podio il bresciano Andrea Cassarà, trionfatore nell'ultima Coppa del Mondo: ieri, invece, il 22enne bresciano non ne ha azzeccata una e si è piazzato nono, guardando da bordo pedana le prestazioni dei suoi due compagni. Peggio di lui ha fatto il campione in carica Stefano Sanzo, terminato diciannovesimo. Baldini e Barrera, allora. Uno di fronte all'altro in semifinale. Due mancini, capaci di mettere a segno rimonte impensabili nelle fasi eliminatorie. Livornese il primo, classe 1985 e già al suo secondo Mondiale dopo il sesto posto ottenuto l'anno scorso a Lipsia. Siciliano di Siracusa il secondo, 26 anni, alla sua prima esperienza iridata e subito sul podio dopo avere eliminato nei quarti un mostro sacro come il francese Loic Attedly (15-14). In semifinale, se le sono date di santa ragione senza però dimenticare correttezza a fairplay: Barrera, fermo per due anni e mezzo a causa di un grave infortunio, è scappato sul 7-3 prima di farsi rimontare dal compagno di squadra che concludeva il suo inseguimento a quota 11. Di lì in avanti, una lunga volata, con Barrera che finiva anche per terra battendo la schiena ma senza patirne conseguenze. Alla fine, il 15-13 premiava il livornese Baldini, faccia da bravo ragazzo e sangue freddo a volontà nonostante la giovane età: «Sono andato sotto nel punteggio, ma sapevo di avere tempo per recuperare e non mi sono perso d'animo, anche se subire un parziale di 0-6 può tagliare le gambe a chiunque». Detta così, sembra facile: bisogna poi trovarcisi in mezzo, per capire quanto sia difficile uscire da certe situazioni complicate. Barrera, dal canto suo, si dichiarava quasi soddisfatto: «Ovvio che io non sia felice di avere perso, ma conosco il significato della parola sofferenza e questo bronzo ha un valore immenso anche perché ottenuto in casa davanti a un pubblico calorosissimo e alla mia famiglia. La vita è bella, andiamo avanti così». Avanti, ovvero in finale, ci è quindi andato Baldini, medaglia d'oro all'Universiade 2005, poi bronzo agli Europei nell'individuale e oro a squadre, risultato che gli è valso la conferma per gli scorsi Mondiali, dove ha vinto l'argento a squadre ottenendo anche il sesto posto nell'individuale. Peccato per lui che in finale gli si sia materializzato di fronte il tedesco Joppich, campione del mondo 2003 a L'Avana: una finale condotta a ritmi vertiginosi, velocissima e appassionante. Sempre punto a punto, con minimi strappi ora da una parte ora dall'altra. Baldini provava a scappare sul 6-4, il tedesco non mollava e anzi rilanciava fino al 12-9: qui, il livornese dava un'altra prova di freddezza e piazzava un parziale di 3-0 che faceva sognare i duemila dell'Oval di Torino. Peccato però che, nella seconda manche, Joppich approfittasse dell'irruenza dell'italiano e salisse fino al 14-12: il contro-parziale di Baldini faceva sì che il tutto si decidesse all'ultima, crudele, stoccata. Favorevole al più esperto Joppich, con l'azzurro che veniva punito al termine di un attacco andato a vuoto: «Domani mi godrò questo argento — ha detto a fine gara Baldini —, ma adesso la delusione è grossa. È vero che ho solo 20 anni, ma le occasioni vanno prese al volo e questa era bella grossa. Me la sono giocata fino alla fine comunque, l'ultima stoccata è un terno al lotto: ogni tanto l'azzecchi e ogni tanto no». Sulla stessa lunghezza d'onda il ct azzurro Stefano Cerioni: «Resta un po' di amaro in bocca, ma non possiamo non essere soddisfatti. Abbiamo dimostrato, nonostante la giornata negativa di Cassarà e Sanzo, di avere un gruppo forte e compatto». Che sabato, nella giornata conclusiva dei Mondiali, cercherà l'oro nella competizione a squadre.