Mondiali di scherma a Torino
Peccato che, dall'alto dei suoi 37 anni, Milanoli si sia spinto solo fino agli ottavi di finale, prima di cedere il passo al cospetto del cinese Wang (15-13). Sognava il bis del trionfo mondiale di Nimes, il clown della spada. Davanti al pubblico amico, non più in un'arena ostile come era quella francese cinque anni fa. Quando, contro tutto e contro tutti, salì in pedana con una maschera da pagliaccio che fece imbufalire i francesi e lo proiettò sulle copertine di tutti i giornali, specializzati e non. «Passano gli anni, ma il clown che abita dentro di me non recede - ha ammesso -. Non sono "maturato" nemmeno dopo la nascita di mia figlia, anzi: ai bambini piacciono i pagliacci, ed Elisa non ha che due anni. Niente paura, però: sono cresciuto. Pasolini diceva che invecchiando si diventa più sereni: ecco, io lo sono. La scherma mi ha già dato tantissimo, forse più di quanto meritassi». Ieri sognava di salire ancora una volta sul gradino più alto del podio, lui che è un piemontese amante del poker e che a Novara ha anche ricoperto la carica di assessore: «Invece devo riconoscere che il mio avversario ha tirato meglio di me. Peccato, ma non penso di essere arrivato al capolinea e credo proprio che continuerò a tirare cercando anche di qualificarmi per i Giochi di Pechino 2008». Cercando anche nuove strade per far uscire la scherma dalle palestre permettendole di diventare uno sport più moderno e colorato, fuori dai sottoscala: «Guardate le nostre divise: sono le stesse degli anni '20, bisogna modernizzarsi e avere idee nuove». Chi non ha questi grilli per la testa è Andrea Cassarà, bresciano tutto d'un pezzo che oggi punta dritto all'oro: «Non farò come Giorgio Rocca, arrivato alle Olimpiadi da favorito e finito con il sedere per terra dopo pochi secondi di gara. Se tiro come so, non ce n'è per nessuno». Un po' di sano ottimismo non guasta mai. Nel pieno rispetto degli avversari, tanto vale essere convinti dei propri mezzi.