L'osservatorio
Auguri
Nel festeggiare un personaggio al quale molto devono la Roma e la sua storia, ma molto deve anche la sua città, è giusto rileggere con attenzione un cammino segnato dallo straordinario affetto di chi gli ha voluto bene, e sono tanti anche fuori dalla Mura Aureliane, e dal malanimo di quanti ne hanno fatto invece un bersaglio fisso, un'occasione per denigrare la più bella città del mondo. Come calciatore Francesco non ha bisogno né di celebrazioni né di rievocazioni: dall'esordio da adolescente con l'affettuosa guida del burbero papà Carletto Mazzone, al ripudio da parte di Carlos Bianchi che voleva spedirlo a Genova, allo scudetto con Fabio Capello, al Campionato del Mondo vinto a Berlino anche grazie al suo spirito di sacrificio. Per restare nell'ambito dello sport, in occasione dell'appello di Lippi dopo il gravissimo infortunio sofferto Francesco Totti ha dato una dimostrazione di altruismo alla quale pochi, nelle sue condizioni, si sarebbero sottoposti. Nella consapevolezza di dover mettere in bilancio preventivo, in questa sua avventura, quasi zero nella casella dei guadagni e una cifra enorne in quella delle perdite. La critica lo ha trattato spesso come un peso inutile che il cittì si era portato appresso come se dovesse offrirgli una vetrina della quale il capitano non avvertiva la minima esigenza. Un buffetto di incoraggiamento per essersi giocato tutto il capitale sull'en-plein del rigore contro l'Australia, poi una sorta di compatimento, la rivincita dei mediocri che talvolta erano stati costretti a celebrazioni indigeste. Da quel Mondiale, e dal successivo impegno feroce con il quale ha accettato la mano tesagli da Luciano Spalletti, Francesco è uscito da gigante: come uomo e come campione. Sicuramente convinto di poter contare sull'affetto incondizionato del suo tifo, Totti avrebbe potuto concedersi una più lunga e tranquilla fase di recupero: l'avere messo in gioco se stesso e la propria credibilità gli valgono il sostegno caldissimo non soltanto di chi lo ama, ma anche dell'osservatore esterno refrattario ai pregiudizi. Di Francesco ho avuto modo di parlare a lungo con Walter Veltroni, lunedì sera in televisione. Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio sulla statura morale del personaggio avrebbe dovuto ascoltare le parole del Sindaco, il ricordo della disponibilità, economica a morale di Totti quando si tratta di aiutare i meno fortunati, soprattutto i bambini, facendo il possibile perché i suoi slanci non avessero pubblicità. A questo Francesco, prima ancora che al più grande campione che la Roma giallorossa abbia celebrato, va il mio, il nostro personale augurio. Il più affettuoso.