Grandangolo

E si comincia davanti agli ispidi atalantini, ancora imbattuti e con un solo gol subito dopo tre partite. Sfida ritualmente complicata dentro lo stadio Olimpico e anche questa volta parecchio difficile monitorando gli avversari in maniera approfondita. Servirebbe il miglior Pandev, quello che corica le difese con trovate fenomenali e manda a bersaglio Rocchi o se stesso tranciando gli oppositori in velocità. L'Atalanta, già cinque punti in cassaforte, ne avrebbe due in più qualora Ventola avesse realizzato il rigore fasullo concesso dall'arbitro Lops ai danni dell'Empoli. Si tratta comunque di una squadra compatta e già tonica, come pretende il suo tecnico Stefano Colantuono, forse abbastanza coraggioso per presentare fra poco la davanti l'abbinamento Ventola-Zampagna (e aggiungerà perfino Bombardini?), senza paralizzanti complessi d'inferiorità e senza piangere troppo sull'assenza prolungata di Bobo Vieri, impegnato in un programma di rieducazione muscolare che lo terrà fuori squadra fino a novembre. E allora sbaglierebbe chi, per improvvisa euforia, ritenesse facile e già acquisito il secondo bottino pieno consecutivo degli assaltatori di Rossi, pure se diventa fondamentale cominciare bene il trittico dei prossimi impegni, davvero abbordabile e quasi messo lì apposta dal calendario per affrettare l'aggancio della normalità. Tutto vero e tutto probabile in presenza di una Lazio attenta sotto il profilo tattico e con tiratori finalmente precisi e scatenati nelle aree avversarie, soprattutto Rocchi, che non nasconde l'obiettivo di emulare prima o poi i quattro capocannonieri biancocelesti del passato (Piola, Chinaglia, Giordano e Signori) per consegnarsi alla storia e alla nostra memoria. Tuttavia risultano indubitabili le imminenti maggiori difficoltà, rispetto alla successiva trasferta di Torino sul versante granata e all'arrivo del Cagliari sotto le pendici di Monte Mario. Questa Atalanta vanta un profilo tecnico e agonistico di assoluto rispetto, quasi non bastasse il biglietto da visita che espone Alex Calderoni, portiere che non prende gol da 200 minuti. La Lazio sa d'essere più forte in senso qualitativo, ma deve trovare le scorciatoie per rendere fruttuosa questa teorica superiorità, evitando gli arrembaggi frenetici cui hanno partecipato in passato Siviglia e Stendardo dopo aver abbandonato incautamente il reparto di competenza. Ogni disattenzione comporterà pericoli nerazzurri facilmente intuibili e dovranno funzionare in particolare i filtri centrocampistici con Mudingavy meno disordinato e Ledesma sempre più nella parte dell'equilibratore ispirato. Le loro prestazioni orienteranno quella che dovrà essere una azzeccata prestazione corale, dove avranno modo di recitare la loro parte anche il fantasista Foggia e l'ex Makinwa, che partirà dalla panchina. Tira aria di trappole disseminate sul prato dell'Olimpico, dove arbitrerà il signor Girardi, direttore di gara sconosciuto ai tifosi laziali e portafortuna atalantino (i dipendenti di Ruggeri non hanno mai perso con questa direzione!). Il dettaglio brilla significativo e ci impone di toccare ferro. Auguriamoci in ogni caso una rappresentazione corretta in campo e ingentilita sugli spalti dalla presenza delle fidanzate di Vieri, Bombardini e Ventola, veline mozzafiato.