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Fair Play

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Finalmente la prova tv punisce chi simula

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Decisione che ho definito storica perché innovativa e da applaudire con entusiasmo in quanto punisce uno degli atteggiamenti più diffusi ma anche più riprovevoli purtroppo utilizzati senza ritegno e senza vergogna da buona parte dei nostri calciatori, di ogni categoria e di ogni qualità. Temo anzi che interpretazioni di questo genere vengano addirittura insegnate, più della tecnica e della tattica, nelle scuole calcio ed in ogni caso che non vengano invece classificate tra i gesti meno nobili e meno corretti di un atleta. A questa categoria appartengono anche quei giocatori che dopo un'azione fallosa si rivolgono all'arbitro invocando il cartellino ai danni del giocatore di una squadra avversaria. Non a caso quest'ultima situazione è stata condannata e praticamente cancellata nel campionato inglese dove, alcool a parte, il fair play è più diffuso e meglio interpretato che da noi. In questo senso la sentenza di Tosel è stata esemplare anche se non potrà eliminare del tutto gli eventuali errori e soprattutto le loro conseguenze. Poniamo che l'incidente che ha determinato l'espulsione di Toni non si fosse verificato nei minuti di recupero ma al secondo minuto del primo tempo. Chi avrebbe risarcito la Fiorentina ? E' un caso limite che comunque non toglie validità alla sentenza e mi auguro che ne arrivino delle altre. Dove invece non sono d'accordo con il partito della moviola in campo, che peraltro, dopo aver perso la guerra sta perdendo anche sostenitori, è sulla possibilità di utilizzare il mezzo televisivo per modificare decisioni arbitrali di carattere tecnico e non disciplinare. E' un discorso che in questa ed altre sedi ho fatto molte volte e mi sono convinto che ci siano dei limiti oltre in quali la tecnologia deve arrendersi al fattore umano. Gli errori arbitrali ci saranno sempre, meglio se non saranno pilotati o condizionati ed anche se non credo sia eliminabile la famosa sudditanza psicologica. A proposito della quale pur avendo una grande stima per Gigi Agnolin, non sono d'accordo con lui su alcuni criteri che sta applicando nelle sue designazioni. Essendo stato un grande arbitro è naturale che lui sia convinto che gli arbitri migliori (o almeno quelli ritenuti tali) siano assegnati alle partite considerate più importanti. E' qui che nasce, in parte, la sudditanza. Mi spiego. Se un arbitro nega un gol regolare all'Inter (presa ad esempio come favorita di questo campionato) o assegna alla sua avversaria un rigore inesistente ha poche probabilità, con il sistema della designazione, si arbitrarla un'altra volta. Poiché gli arbitri vogliono arbitrare le partite di cartello è naturale che non vogliano precludersi questa possibilità. Il miglior sistema è a mio parere quello del sorteggio integrale. Il mio ideale, inoltre, pur sapendo che è improponibile in Italia, sarebbe anche quello di vedere arbitrare Milan-Roma da un arbitro di Milano o di Roma ma questa, come ho detto, è utopia in un paese come il nostro che non è fondato sul diritto ma sul sospetto.

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