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Il talento macedone ha rilanciato i biancocelesti con le sue invenzioni Buone risposte dalla difesa. Zauri: la vittoria è stata una liberazione

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Il talento macedone si carica la squadra sulle spalle, inventa una cavalcata irresistibile e si guadagna un rigore grosso come una casa (e Scurto meritava anche il rosso). Tira Oddo, segna con la solita sicurezza e la Lazio vola a -8 allontanando la paura per un avvio di stagione da brividi dopo le sconfitte immeritate contro Milan e Palermo. Passi falsi terribili che avevano ingantito i limiti di una squadra che aveva perso tanti punti di riferimento importanti. Una vittoria fondamentale per il morale dei biancocelesti arrivata grazie all'invenzione di Pandev, il giocatore su cui Delio Rossi e la società hanno puntato forte durante l'estate. L'attaccante, undici gol nella passata stagione, è stato strappato all'Udinese alle buste dopo una trattativa estenuante che aveva fatto temere il peggio. Quattro milioni di euro per la metà, così il presidente Lotito ha investito tanti soldi in un giocatore fenomenale ma a volte un po' volubile (difetto tipico dei calciatori di scuola slava). A Verona ha dimostrato di essere vivo dopo due prestazioni ben al di sotto delle sue possibilità che avevano preoccupato tutti. Pandev sembrava distratto, assente, quasi non avesse preso coscienza che in questa stagione ci sarà da soffrire dopo il pesantissimo handicap rimediato dalle sentenze di Calciopoli. L'allenatore, da fine psicologo, ha alimentato ad arte il dubbio con Makinwa che preme alle sue spalle. Un ballottaggio, quello col nigeriano, creato solo per stimolare Pandev a riaccendere la luce della Lazio che ha perso Di Canio e Liverani, gli altri due giocatori in grado di concedere alla squadra giocate di qualità. Mercoledì notte non ha fatto cose trascendentali ma ha lottato su ogni pallone riuscendo infine a trovare l'acuto decisivo in un attacco che si imbatte sempre con portieri in stato di grazia. Sono arrivati tre punti d'oro e la crisi di Pandev e della Lazio sembra alle spalle. Certo, servono conferme già dopodomani all'Olimpico contro l'Atalanta, ma ora c'è la speranza che ritrovato Pandev Rossi riesca a rivedere la bella squadra ammirata per quasi tutta la scorsa stagione. Del resto ormai è chiaro a tutti che il futuro della Lazio in questo campionato passa attraverso i colpi di genio del talento macedone. Più Pandev ripeterà o meglio migliorerà, il campionato scorso, più la creatura di Rossi potrà ritagliarsi una posizione rassicurante in classifica per archiviare il prima possibile il discorso salvezza. Già perché il traguardo non può essere che quello di salvare la pelle in questo stranissimo campionato prima di provare a rilanciarsi nelle posizioni che contano. Nella vittoriosa trasferta di Verona buone risposte sono arrivate anche dalla difesa biancoceleste. Per la prima volta dall'inizio del campionato Peruzzi ha mantenuto la porta inviolata, Stendardo ha mostrato segnali confortanti di ripresa, Siviglia ha riacquistato un po' di sicurezza e sulle fasce Oddo e Zauri hanno confermato di essere pedine fondamentali per rianimare un reparto in crisi di identità. La loro esperienza è decisiva per non ingigantire i difetti dei centrali e tamponare gli errori con le diagonali difensive. E il laterale abruzzese è tornato sul successo di Verona: «È stata una liberazione. Il contratto? Vorrei rinnovare e restare qui ma non attendo in eterno». Intanto Stendardo si fa portavoce del nuovo corso: «Si vedeva che eravamo più concentrati delle precedenti partite - spiega lo stopper biancoceleste - e alla fine il risultato ci ha dato ragione. Sugli angoli, sulle palle inattive abbiamo lavorato bene in settimana e in campo i frutti si sono visti. C'è stata grande attenzione su ogni pallone, è questa la strada giusta per ritornare in quota e azzerare in fretta il fardello della penalizzazione. Non dobbiamo mollare perché ci aspetta una partita difficile contro l'Atalanta. La vittoria di Verona è il punto di partenza per ritrovare la tranquillità necessaria: ora possiamo solo migliorare». E il difensore napoletano contro la squadra di Cola

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