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di TIZIANO CARMELLINI NOVANTA minuti per tornare con i piedi per terra e fare i conti con la realtà.

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Undici contro undici Spalletti se la può giocare con chiunque, ma nel calcio attuale non basta avere una squadra titolare per vincere. La partita contro l'Inter ne è stata solo l'ennesima conferma e quando il match ha chiesto l'utilizzo delle «seconde linee», quelle giallorosse si sono rivelate, inevitabilmente, di categoria inferiore rispetto a quelle dell'Inter. A questo aggiungete un Totti ancora lontano anni luce dalla forma migliore, una condizione fisica che (come da programma) deve ancora arrivare a livello ottimale e la frittata è fatta. Nulla di compromesso, s'intende, perché la stagione è solo all'inizio e ci sono da assegnare ancora 105 punti. Insomma, la sconfitta con l'Inter non cambia granchè, ma è un segnale deciso per i giallorossi che si ritrovano ora ad inseguire. E da Parma Spalletti inizierà a dar fondo al turn-over: in arrivo diversi cambi e probabilmente un nuovo modulo. La Panchina Della serie i nodi vengono al pettine. È la panchina corta il primo dei problemi giallorossi: almeno aspettando Vucinic e Martinez. Gli infortuni quasi in simultanea di Taddei e Mancini hanno svelato una carenza di ricambi letale per il gioco di Spalletti. Vero, ora il tecnico giallorosso ha sicuramente più soluzioni rispetto allo scorso anno, ma quando gli vengono a mancare i cardini del suo gioco, ha poco da fare e praticamente nulla da inventarsi. Rosi, al momento prima alternativa sulla fascia, ha bisogno di tempo per crescere e Perrotta ha dimostrato di essere molto più prevedibile giocando sulla zona esterna del campo. Alternativa? Nessuna, soprattutto guardando la panchina proposta nel «big match» contro l'Inter. In questo senso la riflessione viene spontanea: perché è stato ceduto Alvarez? A conti fatti la Roma in quelle due zone del campo sta praticamente peggio dello scorso anno: almeno al momento. A questo va poi aggiunto un Doni che continua a non convincere. Non basta il rigore parato a Ibrahimovic (che è «sempre» l'attaccante a sbagliare), per salvare un avvio di stagione nel quale comunque non ha mai trasmesso la sicurezza necessaria ai compagni di reparto. Totti in ritardo Poi c'è il capitolo Totti. Il capitano sta faticando per tornare ai suoi livelli e forse in questo momento sta pagando gli sforzi e la fretta di un recupero forzato per colpa dei Mondiali. Il campionato del mondo giocato in Germania ha costretto Totti a dimezzare i tempi di un recupero che invece avrebbe avuto bisogno di esser gestito forse in maniera più tranquilla. Ma la coppa alzata a Berlino è valsa sicuramente lo sforzo: ora però quel «passaggio» il capitano se lo ritrova sulle spalle e nelle gambe. Eppoi c'è il problema della placca. Il professor Mariani è stato chiaro nei giorni scorsi: Totti potrà tornare al 100% solo una volta rimossa la placca. Cosa che il giocatore, d'accordo con la società, ha deciso di fare solo a fine stagione per non perdere due mesi di campionato. Impossibile per questa Roma fare a meno di lui. Turn-over a Parma E c'è chi vorrebbe, proprio per la partita di domenica a Parma, un turno di riposo per Totti in vista della trasferta di Champions in programma il mercoledì successivo a Valencia. Spalletti però sembra intenzionato a tener dentro il capitano, nella speranza che si sblocchi, puntando però su un cambiamento radicale del modulo e non senza l'utilizza del turn-over. Possibile quindi, soprattutto se anche Taddei darà forfait (scontato quello di Mancini) che la Roma domenica parta da un 3-5-2 che consenta l'utilizzo simultaneo di Totti e Montella in attacco. Sarebbe la prima volta della difesa a tre dall'inizio, soluzione che rimette in pista Ferrari. È infatti proprio lui, viste le ultime uscite di Chivu, Panucci e Mexes, quello che meglio si abbina alla soluzione a tre: farebbe il centrale con gli altri tre a giocarsi le due maglie rimanenti. Al momento sembra essere proprio Ferrari l'unica certezza della difesa che giocherà a Parma domenic

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