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Punti di svista

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L'insostenibile leggerezza del signor Rossi

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Pronto a far saltare tutto per rifondare tutto. Se ne va da via Allegri nella notte, un po' come fece Capello quando lasciò la Roma per la Juve. Guido Rossi non è più il commissario straordinario della Figc perché non ha potuto dire di no al richiamo dei poteri forti ai quali è legato da anni. Anche se è difficile farsene una ragione, non va dimenticato che più si salgono i gradini della scala dei poteri e più si perde la libertà di scegliere. Rossi non lascia la Figc per i soldi di Telecom ma perché non ha potuto rifiutare il nuovo incarico. Il suo «allenatore» lo vuole impegnato in un ruolo diverso. E vedrete che Rossi si saprà far valere. Semmai è preoccupante quello che lascia in Figc. Il suo lavoro rimane incompiuto. O forse non è mai cominciato. Tutti coloro che aspettavano la rivoluzione si dovranno arrendere al ritorno della restaurazione. Peccato perché Guido Rossi avrebbe potuto lasciare un segno indelebile sulla ricostruzione di un calcio dilaniato dagli scandali. Ma la sua rivoluzione si è fermata prima di cominciare. Le aspettative si sono perse tra i gradi di giudizio previsti dalla giustizia sportiva che alla fine ha finito per imbrigliare anche personaggi del calibro di Guido Rossi, Cesare Ruperto e Francesco Saverio Borrelli.

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