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Sul precedente a San Siro in Supercoppa: «Adesso la squadra è più matura e c'è un Pizarro in più»

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All'Olimpico arriva l'Inter dei fenomeni che fin qui però non ha fatto poi granchè. Arriva la squadra che tutti danno per favorita nella corsa scudetto, quella che ha speso nell'ultimo squarcio di mercato 49 milioni di euro e ad aspettarla ci sarà la Roma di Spalletti ormai costretta nel ruolo, scomodissimo, di anti-Inter. Il tecnico giallorosso vola basso come suo stile, ma non nasconde fiducia nel suo gruppo che smenbra non volesi fermare più. «Ce la giochiamo alla pari, con l'Inter come con tutti» è il diktat del giallorosso nel tentativo disperato di tenere i suoi lontani dalle distrazioni. Una su tutte il rinnovo del suo contratto. «Per il momento non mi importa parlarne, c'è ancora tanto tempo per farlo. Da un punto di vista lavorativo può far comodo far sapere ai giocatori che la società vuole tenere un allenatore. È un discorso giusto, il contratto è quello, poi se vogliono far valere l'opzione bisognerà parlarne, si aprirà la trattativa. Ma nel tempo possono variare tante cose. Come sono cambiate quando Pradè insisteva per farmi firmare tre anni di contratto e poi ne abbiamo fatti due con l'opzione a favore della società per il terzo... ». Inutile dire come la Roma arrivi meglio all'appuntamento, primo vero faccia a faccia in campionato delle due favorite. Nega... «Ci arriviamo alla pari: loro per reagire alle critiche, noi in cerca di conferme. Sarà una partita aperta ad ogni risultato, che comunque non deciderà nulla in chiave scudetto: la strada è ancora lunga. Loro hanno qualcosa in più, ma sul campo noi possiamo vincere». E proprio per questo la Roma scenderà in campo stasera, perché non provate a dire a Spalletti che i giallorossi hanno a disposizone due risultati: diventa serio in un baleno. «Sarebbe sbagliato partire puntando al pareggio — spiega il tecnico giallorosso — non l'ho mai fatto neanche quando i punti in palio per la vittoria erano due. Figuriamoci adesso. Ce la giocheremo a viso aperto, le partite si devono giocare sempre per vincerle». Intenzioni a parte Spalletti chiede concentrazione ai suoi, perché sa che questa Inter «ferita» può essere ancora più pericolosa. «I miei sanno benissimo che uso faranno quelli dell'Inter delle critiche che gli stanno arrivando addosso da tutte le parti. Possono reagire a tutte le critiche con rabbia e diventare pericolosi, più di noi». E Mancini, scondo lui, non si tocca. «Credo sia esagerato dire che Mancini è nell'occhio del ciclone» E ride quando gli chiedono cosa invidia al collega nerazzurro. «I capelli... Non sono un invidioso per natura e se lui è lì vuol dire che se lo è meritato. Sono contento di allenare la Roma e dei giocatori che ho allenato e che alleno». Roma-Inter gli riporta alla mente quel 26 agosto nel quale i giallorossi hanno tritato pee un tempo i nerazzurri, per crollare poi nella ripresa. Spalletti ha quel match stampato in testa e ne ha fatto tesoro. «Grande primo tempo, abbiamo giocato benissimo per un'ora. Poi il secondo gol dell'Inter ha cambiato la partita e ha fatto cambiare atteggiamento alla Roma. Forse c'era ancora qualcuno non proprio pronto fisicamente. Rispetto a quella partita ho visto miglioramenti e sono molto fiducioso». Eppoi Spalletti stavolta avrà un Pizarro in più: non poco, considerando che il cileno è stato «scippato» proprio ai nerazzurri. «Lui è uno che ci fa molto comodo, come in Aquilani e Faty. Ovvio che Pizarro probabilmente avrà voglia di dimostrare qualcosa alla sua ex squadra e quindi per questo potrebbe mettere qualcosa in più». Già, un «qualcosa» che staserà a Spalletti farà comodo davvero.

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