Ecco l'occasione per rincuorare la difesa e Ledesma
Stasera a Verona i due allenatori rivelazione del campionato 2005/2006 torneranno a incrociarsi con l'intima speranza di uscire dai guai o quantomeno di esorcizzare in fretta questo periodo-no, pieno di incubi e brutti presentimenti soprattutto per i laziali. Che annaspano in piena sindrome da penalizzazione, pure se esprimono spesso un football gradevole e ricco di soluzioni offensive, senza aver raccolto ancora nulla. Come se il pallone scottasse. Come se gli 11 punti di handicap annebbiassero al dunque i tiratori di circostanza, forse maldestri ma di certo perfino sfortunati nell'ansia spasmodica di limare il castigo. E così neanche il più bieco degli astrologi avrebbe ipotizzato un inizio tanto complicato, mentre Rossi tocca ferro per non inciampare sui ricordi del suo peggior periodo professionale, cioè quell'esonero 1998/99 sopportato a Salerno, dopo tre sconfitte consecutive subito imbarazzanti. Ma qui la stima di Lotito nei suoi confronti resta invariata, quasi risultasse un'apertura di credito che dovrebbe escludere per lungo tempo colpi di scena nonostante un bilancio di agosto-settembre deludente (3 sconfitte su 5 impegni ufficiali, squadra eliminata dalla coppa Italia e unico successo davanti al Rende, antagonista di C2) e i soliti contestatori che, «orfani» di Paolo Di Canio, non vedono l'ora di trovare qualche pretesto destabilizzante per voltare pagina. No, non accadrà; ammesso che nel calcio, eterno mistero agonistico, i meriti vengano prima o poi ricompensati e ripagato il lavoro in profondità dei tecnici migliori. Non è una manciata di risultati storti e di occasioni buttate via che possono improvvisamente capovolgere il giudizio sul signor Delio, ritenuto fino a poco tempo fa il valore aggiunto di Formello e una sorta di Maestrelli contemporaneo, con enfasi addirittura esagerata. Si tratta di mantenere la calma senza dare retta ai profeti di sventura e senza cedere rassegnati alla sfortuna che finora ha imperversato vanificando tante situazioni propizie. In questo senso, il Chievo rappresenta l'occasione del riscatto, l'appuntamento ideale per rincuorare in particolare Ledesma e i centrali difensivi, bocciati da più parti in maniera definitiva causa alcune prestazioni deludenti. Poi c'è Pandev, il presunto fuoriclasse dai mezzi tecnici fenomenali, cui si rimprovera il rendimento discontinuo e la mancanza di concretezza per impallinare finalmente qualche portiere e alleggerire gli affanni. Tuttavia, fra poco, molti detrattori potrebbero ricredersi in quanto arriva un impegno fatto apposta per restituire fiducia agli atleti biancocelesti più criticati. Delio Rossi conferma il 4-4-2 bloccato solo dalla straordinaria domenica del portiere Agliardi, salvo mantenere accanto a Siviglia il ballottaggio fra Cribari e Stendardo, laddove presumibilmente non esistono soluzioni davvero rassicuranti. E diventa inevitabile immaginare d'essere ai confini del rilancio, visto l'indebolimento di un Chievo sfrattato ai preliminari di Champion's e lontanissimo dalla favola vissuta ai tempi di Delneri, causa la continua cessione degli elementi migliori. No, non saranno Pellissier, Tiribocchi e Semioli a dare altri dispiaceri ad Angelo Peruzzi, ammesso che la Lazio sappia recuperare l'autorevolezza dei bei tempi andati. Tira aria di blitz, non di crisi incombente.