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di FABRIZIO MARCHETTI ORA servono i punti.

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30)il primo successo stagionale e iniziare a ridurre quel «-11» che a guardarlo così continua a far paura, soprattutto prima che si pronunci l'arbitrato. «Dobbiamo imparare a convinvere con questo spettro», dicono a Formello. Negli occhi c'è l'orgogliosa prestazione di domenica, bocciata dal risultato ma foriera d'auspici incoraggianti sotto il profilo del gioco. E Rossi ha deciso che squadra che perde non si cambia: spazio quindi allo stesso undici piegato dal Palermo. Nessuna novità, Cribari, Foggia e Makinwa partono dalla panchina. Il perché è racchiuso nella sintetica convinzione del romagnolo: «Le prestazioni non sono state negative. Serve solo il risultato. Se dobbiamo dire che è tutto sbagliato e da rifare, non sono d'accordo». Il tecnico è convinto che manchi solo la convinzione giusta, che sia una questione psicologica insomma. Ne ha parlato con il gruppo, e poi l'argomento è stato oggetto di discussione anche con Walter Sabatini, che supporta l'area tecnica biancoceleste. Per questo ha praticamente deciso di non escludere Pandev, cercando di pungolarlo con una nuova investitura. «Pandev? Se uno non riesce a reggere la concorrenza deve giocare in categorie inferiori, ma noi abbiamo molta fiducia in lui». Il discorso, per la proprietà transitiva, può essere esteso anche a Ledesma. «I fischi non fanno piacere, dipende da lui tramutarli in applausi». Già, l'argentino ci proverà. Rossi non si fida del Chievo (che dovrà rinunciare però allo squalificato Luciano, oltre che a Tiribocchi e Zanchetta), anzi l'esalta. «Non è più una favola, ma una sicurezza. La loro forza è nell'organizzazione di gioco. Comunque penso alla Lazio più che al Chievo». Solo che in questo momento pensare alla Lazio significa amplificare il rimpianto per il ko contro il Palermo. «Quando hai otto occasioni da rete, ma alla fine vince la squadra avversaria, devi solo recitare il mea culpa migliorando l'attenzione». L'altro cruccio è legato alla tranquillità smarrita nelle pieghe dell'handicap. «La serenità ci manca, e tutto è legato al macigno che portiamo sulle spalle. L'aspetto psicologico è molto importante. Ma adesso dobbiamo cercare di pensare solo al futuro. È ovvio che sarei Mandrake se dicessi che in due giorni ci siamo messi tutto alle spalle, non sarei terreno. Ma possiamo farcela, ne sono sicuro». Sulla formazione: «Foggia e Makinwa sono debilitati dall'influenza, vedremo all'ultimo». Capitolo-società: ieri consiglio di gestione e di sorveglianza. Entro fine mese sarà approvato il bilancio e contestualmente un programma di rivalutazione commerciale (si parlerà anche di marchio) per coprire la perdita straordinaria di 80 milioni legata al salvacalcio. Ieri contatto con i revisori per approfondire le tematiche. Titolo in flessione: -1,13, chiusura a 0,35 euro.

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