L'osservatorio
Pare che la Roma voglia fare sul serio nel proposito di blindare un allenatore che in questo momento troverebbe agevole futuro nelle grandi marche del calcio mondiale. Ma ancora più incoraggiante è un dato di fatto che fino a domenica sera non era disponibile: cioè la volontà di Spalletti di portare avanti il suo progetto con la Roma. Le dichiarazioni del tecnico, come sempre mai banale, avevano evidentemente fatto squillare qualche campanello d'allarme, visto il proposito, espresso dopo la vittoria di Siena, di mantenere le sue vecchie abitudini, cioè di parlare di contratto verso la fine della stagione. Per un duplice motivo facilmente interpretabile: non dover rimpiangere una decisione presa sulle ali di un entusiasmo che avrebbe potuto affievolirsi, ma anche non imporre alla società una presenza che, con gli inevitabili attriti che anche i più felici dei matrimoni producono, avrebbe potuto infine rivelarsi scomoda per entrambe le parti contraenti. Giusto dunque valutare nella giusta misura il contributo che Luciano Spalletti sta offrendo alla crescita della squadra, ma anche al prestigio di una società nella quale non sempre le buone intenzioni hanno trovato pratico riscontro. A conti fatti, dal finale della passata stagione all'avvio di quella in corsa, la personalità del tecnico ha non soltanto garantito un gioco spettacolare, gratificato da risultati talvolta insperati, ma anche una presenza scenica da non sottovalutare, specialmente in un settore, quello dell'informazione, nel quale il club non ha particolarmente brillato da qualche anno a questa parte. L'auspicio dei tifosi, ma penso anche quello di tutti gli estimatori del bel calcio, è che l'intesa avviata vada a buon fine. E che Spalletti e il suo staff continuino a offrirci una squadra-computer e un gruppo capace di assorbire anche qualche piccola trasgressione. Piccola, però, soltanto per il coraggioso intervento di Spalletti.