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di LUIGI SALOMONE LE parole dei due leader rimasti per rianimare la Lazio.

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In questo difficile momento bisogna evitare di farsi prendere dalla paura perché il pericolo di sprofondare è dietro l'angolo. Parole firmate da Oddo e Peruzzi che provano a guidare il riscatto biancoceleste dopo un avvio preoccupante anche se i due ko sono venuti al cospetto di squadre d'alta classifica e, quando era uscito il calendario, gli esperti non avevano accreditato molte speranze alla squadra di Rossi. In attesa dello sconto dell'Arbitrato che però tarda ad arrivare (l'11 ottobre è prevista l'udienza decisiva ma la sentenza non dovrebbe arrivare prima di fine ottobre) bisogna cominiciare a muovere la classifica già domani al Bentegodi contro un Chievo balbettante negli ultimi tempi ma sempre molto temibile. Perlomeno sarà una sfida contro una rivale diretta nella corsa alla salvezza e non contro avversari sulla carta fuori dalla portata di un gruppo preoccupato dal pesante handicap. Oddo traccia la strada da seguire per uscire dal tunnel in cui la Corte Federale ha spedito la Lazio il 25 luglio: «È un anno difficile, ma adesso non dobbiamo farci prendere dalla frenesia». Del resto è fin troppo chiaro che proprio la voglia di recuperare abbia partorito l'atteggiamento tattico dissennato che ha portato Di Michele alla doppietta. Tutti all'attacco per fare gol e pochi difensori lasciati nella praterie sfruttate alla perfezione dall'attaccante del Palermo. Dopo le due sconfitte nelle prime due giornate di campionato e 11 punti di penalizzazione da scontare per lo scandalo del calcio il capitano biancoceleste cerca di tirare su la sua Lazio. Il ko contro i siciliani ha lasciato il segno anche se Oddo prova a scrollarsi di dosso la paura che pervaso l'ambiente dopo un avvio così negativo. «Abbiamo giocato bene, ma non siamo riusciti a raccogliere quanto avevamo seminato - ha detto il giocatore partecipando alla cerimonia al Quirinale di inaugurazione dell'anno scolastico - dobbiamo ripartire da cose positive, sperando di essere più fortunati e commettere meno errori». Sulla stessa lunghezza d'onda anche il portiere della Lazio, beffato domenica dai due pallonetti di Di Michele ma inoperoso per tutta la gara. «È un momentaccio — spiega Peruzzi — perché l'handicap è molto pesante e la squadra ne risente in campo. Non è facile riuscire a rimontare ma dalla prossima partita dobbiamo cominciare a fare punti. Bisogna pensare che ogni gara da qui al termine del campionato sia una finale. Sì, ci aspettano trentasei finali per riuscire a tirarci fuori da guai». Domani la prima nella tana del Chievo. Solo una volta la Lazio è passata al Bentegodi, proprio due anni fa nella partita incriminata che è costata una parte della penalizzazione in classifica. Per il resto tante brutte figure, rigori sbagliati, gol in fuorigioco assegnati agli avversari, insomma una tradizione negativa che non fa che complicare i piani della creatura di Rossi già in affanno dopo i primi passi falsi.

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