Di Canio-Lotito Scontro totale
E la polemica, sempre più vibrante, si snoda attraverso comunicati ufficiali. Primo uno, la nota della Lazio, poi l'altro, cioè la replica della replica, targata Di Canio. Quello che doveva essere, solo due estati fa, l'ultimo capitolo d'un libro fatto d'orgoglio biancoceleste da tramandare ai posteri, si è trasformato invece in un girone dantesco, infernale, fatto di parole al vetriolo e riferimenti velenosi. La società biancoceleste è intervenuta 48 ore dopo l'ultima apparizione televisiva del numero nove a «Goal di Notte», cercando di contrasta le critiche mosse a Lotito, Rossi e alcuni ex compagni di squadra. «La S.S.Lazio S.p.A. non tollererà ulteriormente esternazioni diffamatorie nel confronti dei propri appartenenti e reagirà con tutti i mezzi, federali, civili e penali alle gratuite aggressioni verbali del Sig. Di Canio e di coloro che gli faranno da supporto...». È questa la parte finale del comunicato diffuso dal club, che ha anche specificato. «La società ha dovuto constatare che il suo ex calciatore Paolo Di Canio si è nuovamente lasciato andare a dichiarazioni dal contenuto diffamatorio nei confronti della società, dei dirigenti, dell'allenatore e dei giocatori. È con profonda amarezza - si aggiunge - che abbiamo sentito muovere accuse false ed infondate, basate su vere e proprie invenzioni, rivolte indiscriminatamente a tutti coloro con i quali il Sig. Di Canio ha collaborato fino a tre mesi fa e con i quali avrebbe continuato a collaborare, con lo stesso entusiasmo dichiarato, se la sua richiesta di rinnovo del contratto fosse stata accolta dalla Lazio. Viene da chiedersi se il livore con cui il Sig. Di Canio ha accompagnato le sue dichiarazioni di questi giorni è frutto del mancato rinnovo del contratto ovvero rappresenta lo stato d'animo che lo ha accompagnato in questi due anni di appartenenza alla Lazio: nel primo caso ci auguriamo che il suo impegno nella nuova squadra (Cisco Roma ndr) serva a fargli riacquistare la serenità e lucidità offuscata dalla delusione provata. Nel secondo caso - prosegue - la società rimane stupita nell'apprendere che colui che si dichiarava il suo più tenace sostenitore in realtà covava nei confronti della società e dei suoi stessi compagni di squadra solo rancore e disistima, riuscendo ad ingannare tutti». Di Canio ha atteso qualche ora, poi ha risposto senza rinnegare l. E tirando nuovamente in ballo Lotito, . «Paolo Di Canio, in riferimento al comunicato diramato dalla S.S. Lazio, sottolinea con stupore l'incogruenza delle accuse mosse dal club e precisa che ove le esternazioni contestate fossero state realmente diffamatorie, la stessa società avrebbe già perseguito le vie legali. Il sottoscritto coglie quindi l'occasione per ribadire con fermezza la veridicità di quanto espresso, lontano da intenti lesivi dell'altrui immagine, e per evidenziare che le falsità sono semmai contenute nella nota ufficiale della Lazio, quando mi si attribuisce in modo indebito la richiesta di rinnovo contrattuale avanzata nei confronti dello stesso club. In particolare non è insita nell'indole dell'uomo Di Canio la necessità di dover elemosinare favori e sostegni, a differenza di Lotito che chiede aiuti a destra e a manca perché non può più sostenere la società che sta gestendo. Per quanto riguarda le critiche mosse a tecnici e giocatori si specifica che la disistima è frutto di scoperte successive all'epilogo dell'esperienza in biancoceleste, quando sono venuti alla luce retroscena e misfatti che hanno di fatto accertato la presenza di tante serpi in seno alla società. Nel caso in cui la Federazione volesse comunque indagare sulle dichiarazioni rese dal sottoscritto, sarà certamente premura dell'ufficio indagini chiedere conto al signor Lotito, che ancora parla da presidente della Lazio nonostante l'inibizione, delle sue telefonate finalizzate a far saltare la trattativa personale con la Cisco. Di Canio conclude rimarcando che ogni concetto è espresso con estrema serenità, lucidità e tranquillità, visto che grazie al nuovo clu