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Salta la prima panchina in A

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Alle 23.30 di mercoledì Urbano Cairo ha deciso che Giovanni De Biasi non era più l'allenatore adatto per il Torino: gli ha telefonato e gli ha detto «arrivederci e grazie». Quattro giorni prima dell'inizio del campionato, «perché avevo dei dubbi che non riuscivo a farmi passare. Ho deciso da solo e ho scelto Zaccheroni». L'editore milanese non vuole aggiungere altro sui motivi dell'esonero «per una questione di rispetto» e giura che il mercato estivo, su cui De Biasi aveva espresso qualche appuntono «non c'entra nulla con questa scelta». Su quali fossero questi dubbi, nessuna risposta. Sul fatto che l'esonero sarebbe potuto arrivare alla fine della stagione passata, conclusa con la promozione in serie A, un sorriso e poco più. La realtà è che i due, Cairo e De Biasi, non si sopportavano più da un po' e una campagna acquisti comunque importante non ha aiutato il riavvicinamento: il tecnico pretendeva una prima punta che non è mai arrivata (in compenso gli hanno recapitato l'ivoriano Konan e il giapponese Oguro) e lo sfoltimento di un organico che assomiglia a quello dell'Inter, contando su una trentina di effettivi. Zaccheroni, allora. Che era fermo da due anni: «Sono un ambizioso che ama questa tipologia di progetti che si presentano come delle grandi sfide. Ho rinunciato ad allenare perché i progetti che mi venivano proposti non mi parevano dei migliori. Con Cairo ci siamo visti martedì e abbiamo trovato l'accordo mercoledì sera, dopo i funerali di Facchetti cui eravamo entrambi presenti». Contratto biennale a 800.000 euro a stagione: «Spero che il Toro assomigli all'Udinese che fu mia, squadra in grado di affrontare gli avversari senza paura. Faccio questa scelta anche perché ho ravvisato nella società la volontà di scalare posizioni importanti. La cosa che mi fa piacere — continua il tecnico Zaccheroni — è che ci sono già nella rosa giocatori di talento. Ora cercherò di instaurare un buon rapporto con tutta la squadra e soprattutto con la tifoseria». Un matrimonio in qualche modo «scritto»: «Prima ancora che decidessi di fare l'allenatore, mi ero innamorato del Cesena di Gigi Radice, futuro allenatore granata. Le sue squadre hanno sempre imposto il proprio gioco sia in casa che in trasferta: sarà questo il messaggio che cercherò di far arrivare ai miei giocatori». Zaccheroni porterà in granata tutto il suo staff per cercare di portare il più in alto possibile il Toro in campionato, ma allo stesso tempo confessa: «Io non vedo il Torino da quando ha giocato contro il Cesena, lo scorso marzo». Si prospettano quindi giorni di duro lavoro con squadra e società per il neo-tecnico.

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