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di FEDERICO BERNARDI PARIGI — Lasciando da parte scontati discorsi sulla tanto attesa rivincita che ...

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Due partite, un solo punto. Mentre Francia e Ucraina (che affronteremo il prossimo 7 ottobre) sono a punteggio pieno. Questi azzurri sembrano la brutta copia di quelli amati e osannati solo due mesi fa. La nostra nazionale non ha più un gioco, è impallata e molto indietro dal punto di vista della condizione atletica. Ieri sera lo stadio Saint Denis ha tributato un lungo, commosso applauso alla memoria del grande Giacinto Facchetti, poi la Francia ci ha surclassato sotto ogni punto di vista: galletti più determinati, veloci, meglio disposti in campo. Ora non serve mettere in croce Donadoni che, comunque, deve dare una scossa al gruppo. Gruppo con la pancia piena dopo la conquista della quarta stella? Viene da pensarlo. Intanto riflettiamo sugli errori di una gara che ci ha visti inferiori in lungo e in largo. Mister Donadoni, rispetto alla deludente gara di sabato scorso a Napoli con la Lituania, prova ben tre cambi: il rientrante Zambrotta prende il posto di Oddo sull'out di destra, Semioli scalza De Rossi a centrocampo, mentre in attacco Gilardino viene preferito al compagno in rossonero Inzaghi. Dunque, reparto offensivo affidato al bomber di Biella supportato da Cassano. Che ieri ha confermato la propria discontinuità con una prestazione pessima. L'interrogativo sorge per l'ennesima volta spontaneo: bisogna dargli fiducia? Passando sulla sponda blues, invece, l'«astrologo» Domenech conferma per nove undicesimi la squadra che ha capitolato contro di noi lo scorso nove luglio a Berlino: oltre al poltically (s)correct Zidane che ha appeso le scarpe al chiodo ma non la lingua biforcuta (Platini insegna…), non c'è più Barthez. Per il resto, come detto, conferma in toto. Venendo, adesso, al match giocato in un Saint Denis che non registra per un pugno di tifosi il tutto esaurito, bisogna dare innanzitutto merito al pubblico francese che non ha fischiato più di tanto l'inno dei campioni del Mondo: ascoltato dunque l'appello fatto alla vigilia della gara dal tecnico Domenech. Molto toccante, inoltre, il minuto di silenzio che ha ricordato il grande Giacinto Facchetti, esempio per chiunque di correttezza e signorilità. Dal punto di vista delle emozioni regalate dal campo, invece, partono fortissimo i padroni di casa che, già dopo un minuto, passano in vantaggio: cross perfetto da sinistra di Gallas che trova Govou liberissimo in area per il colpo vincente che non lascia scampo ad un incolpevole Buffon. Da segnalare, però, la posizione irregolare del giocatore dell'Arsenal poco prima di effettuare il cross. I galletti sono molto più vivi di noi tanto che all'11esimo sfiorano il raddoppio con un traversone sporco di Ribery che sfiora il palo. Ma il meritato uno due non tarda ad arrivare: solo cinque minuti e botta di Malouda dal limite che Buffon respinge ma sulla risposta del portiere della Juve si avventa Henry che non fallisce. Per nostra fortuna, Gilardino riapre subito il match al 19' con un colpo di testa su punizione calciata da Pirlo. E, sempre per nostra fortuna, Buffon evita il tris transalpino al 25' sul siluro di Sagnol. La buona sorte ci volta però le spalle al 28' quando la spaccata di Semioli viene respinta sulla linea da Coupet. Un primo tempo bellissimo, fibrillante, ubriaco di emozioni. Nonostante lo svantaggio. Che Donadoni prova subito a colmare ad inizio ripresa con l'ingresso di Di Michele al posto di un imbarazzante Semioli. Ma la mossa non ottiene i frutti sperati. Tutt'altro. Infatti, poco dopo il cambio(54'), la Francia cala il tris ancora con Govou, abile nello stacco aereo che anticipa Cannavaro e secca Buffon. Proprio non ci siamo. Ci rifacciamo vivi dalle parti di Coupet solo al 77' con una bella incornata del capitano azzurro sulla quale il portiere dei galletti si esalta. Poco, davvero troppo poco per una compagine fresca di titolo mondiale. Ci rivediamo a Ottobre, con la speranza però di tornare con il cuore e con le gambe al luglio berlinese.

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