La «prima» di Faty
Il francesino che ama il cinema e che si è fatto tre anni a Clairefontaine, il tempio del calcio francese, ha le idee chiare. «Vieira è il mio modello, per ora gli somiglio solo fisicamente - ha detto Faty - ma se ho preso il numero 14 è anche un pò per lui. Quando andò al Milan aveva più o meno la stessa età, ma io non farò il suo stesso errore di voler giocare subito». Parla già da uomo maturo, ha la faccia da bambino che la natura ha dotato di mezzi fisici fuori dall'ordinario. Mamma Capoverdiana, papà Senegalese per un mix di forza atletica e leggerezza nei movimenti. «Quando mi hanno detto che mi cercava la Roma mi sono messo a ridere, pensavo fosse uno scherzo. Ma poi ho scoperto che in tanti in Europa (Spagna e Inghilterra) mi avevano richiesto. Ho scelto la Roma senza avere dubbi». Spalletti recentemente ha detto che non gli piacciono i presentuosi, e lui pare proprio non esserlo. «Sono qui per imparare, per adesso. Devo lavorare e migliorare in tutto. Il mister mi dice sempre di giocare col piede sinistro, dove sono un pò carente. Vuole che verticalizzi il gioco e mi dice in continuazione dove metteremi in campo». A Pescara in amichevole, ha giocato vicino a Pizarro, trovandosi molto bene. «Pizarro mi ha parlato molto in campo. I suoi consigli sono stati molto utili. Avevo anche il vantaggio che dietro di me c'erano Ferrari e Mexes. Con loro ti senti più sicuro». Tra quattro mesi c'è una finestra di mercato e il francese potrebbe adare in prestito. «Preferirei di no. Non conosco bene l'Italia e vorrei restare qui per un po'». Due mesi a Roma, giusto il tempo per capire la città. «Quando sono arrivato ero sbalordito. Io sono un po' timido, e prima di trovarmi bene impiego del tempo. Ora sto molto bene». È nato un feeling particolare con De Rossi. «Con Daniele scherziamo molto, lui è della mia età e ci capiamo al volo. A volte entra nella mia stanza e mi urla che lui e l'Italia sono i campioni del mondo». Immaginiamo il gingle...