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L'osservatorio

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Denis, Francia e Italia si ritrovino di fronte per un traguardo assai meno affascinante, però non privo di riflessi pratici. L'antivigilia ha dato largo spazio alle ipotesi di modulo tattico degli Azzurri, sulle quali non si registrano, in giro, idee chiarissime: e finché sono gli opinionisti a esibirsi in innocui giochetti grafici, pazienza, il timore è che la chiarezza di idee possa non essere un patrimonio neanche di chi dovrà decidere. Roberto Donadoni chiamato, e nessuno deve dimenticarlo, a svolgere un lavoro diverso da quello intrapreso a fine carriera, qualche ripensamento già se lo è concesso, nella prima partita ufficiale della sua gestione. Francamente, prima di sottoscrivere il contratto con la Federcalcio, avrebbe dovuto pretendere la cencellazione di quella demenziale amichevole con la Croazia che lo avrebbe inevitabilmente portato a partire con il piede sbagliato. Non ha avuto né l'autorità né la personalità per imporre una riserva di questo tipo: ora è chiamato a smentirci, ma anche a smentire se stesso, sulle sue convinzioni tecniche e tattiche, perché fallire la qualificazione europea con quattro stellette sul petto sarebbe catastrofico sotto il profilo pratico. ma anche per una difesa dell'immagine. Giusta l'attenzione alla sfida di Parigi, così carica di veleni per ovvi motivi, ma è giusto pensare che la maggiore concentrazione debba essere rivolta all'Ucraina, che diventa diretta concorrente per uno dei due posti utili. Sarà un Campionato d'Europa da giocare a due passi da casa, appena oltre la cintura alpina, tra Austria e Svizzera, dunque con un motivo di fascino in più: vediamo di arrivarci. Sheva e i suoi scudieri saranno a Roma il mese prossimo, uno scontro forse fondamentale, in attesa che i materassi di turno (ma la Lituania ha suggerito di non sottovalutarli troppo) diano una più credibile immagine a una classifica che un eventuale insuccesso in Francia, più che possibile, potrebbe rendere già problematica. Si dovrebbe fare il possibile, puntando anche sul richiamo dell'Olimpico, per convincere Totti a cambiare idea sui tempi di un possibile ritorno in azzurro: e regalarci, se ne avesse voglia, qualcuno dei gochini in coppia con Cassano che avevano conquistato, ai tempi dell'amore e della concordia, il cuore del popolo giallorosso. Vedremo oggi quali saranno gli orientamenti tattici del cittì, ma intanto tutti quegli specchietti orientativi richiamano quelli dedicati alla Roma e a Spalletti, che per altro le idee le ha sempre avute chiarissime. Con l'innesto di Pizarro, privilegiata la fascia sinistra con Aquilani: lo stesso che, quando non era impiegato da centrale, aveva manifestato sul campo la sua insofferenza e la scorsa voglia di adeguarsi a questo tipo di progetto. Il ragazzo è molto maturato, ma forse isterilirne le propensioni, in omaggio all'unico arrivo importante della stagione, potrebbe non rivelarsi la soluzione più felice.

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