di PAOLO DANI FIRENZE — Meno male che c'è Gattuso.
Dopo Donadoni, tocca a lui difendere l'Italia fermata sabato dalla Lituania. «Ho rivisto la partita - comincia Gattuso - e devo ammettere che il primo quarto d'ora non è stato un belvedere. Poi però siamo migliorati, abbiamo costruito 4-5 palle gol. Non è stata insomma un'Italia da buttare via, ho visto di peggio da quando sono in Nazionale». Un po' poco, però, per la squadra campione del mondo. Pesa quella coppa? «Non ne posso più di sentire che siamo i campioni del mondo. Basta, capisco che la gente parli ma noi siamo calciatori professionisti, è normale scendere in campo con la pressione addosso. Però ora dobbiamo mettere da parte questo successo e guardare avanti. Abbiamo una qualificazione da raggiungere, sarebbe una macchia che ci porteremmo per tanto tempo dietro se non ci riuscissimo». La Francia ha giurato vendetta, ora ci aspetta al varco. Basti pensare alle parole di Thuram. «Anch'io se ero della Francia avrei parlato come Thuram. Perdere una finale ai rigori brucia, e comunque è normale che ora dicano che ci aspettano. Giocano in casa, davanti ai loro tifosi. Per fortuna, però, i tifosi non scendono in campo. Saremo 11 contro 11. Noi sappiamo il loro valore e loro il nostro». Nessuna paura, ovviamente. Inutile chiedere: «Abbiamo vinto in Germania, non abbiamo certo paura di andare adesso in Francia. In tanti abbiamo una grande esperienza internazionale. Andremo lì per farci rispettare. Come? Un'idea io ce l'ho: dovremo scendere in campo senza paura, guardando gli avversari in faccia e senza abbassare mai lo sguardo. È una partita determinante, veniamo da una gara in cui ci aspettavamo 3 punti ed invece ne è venuto solo uno, dobbiamo prepararla bene». Alla Francia aver perso il Mondiale per un rigore sbagliato proprio non è andata giù. A Gattuso non vanno giù invece le polemiche innescate dopo dai francesi: «Loro vogliono la rivincita ma non sarà una rivincita. Noi quando perdemmo l'Europeo tutto questo casino non l'abbiamo fatto. Questi francesi mi sembrano molto più rosiconi di noi». Altro nervo scoperto, la squalifica di Materazzi. Ringhio non ha capito e non capisce: «Materazzi ci doveva stare in questa partita, penso che sia stato davvero ingiusto che abbia preso due giornate. Ora si è creato un precedente: chiunque viene espulso può dire di essere stato insultato e la partita non finisce più nei 90 minuti. Nel calcio lo sfottò c'è sempre stato. E poi nel caso Materazzi-Zidane la provocazione dov'è?». Dagli altri all'Italia. Ovvero alla difesa di Donadoni: «Non è uno sprovveduto. Ho letto che avrebbe poca esperienza ma se non ha esperienza uno come lui...». Sabato il 4-3-3 scelto dal ct è sembrato soffrire, soprattutto sugli esterni. «In questo momento l'allenatore ha un'idea di gioco, gli piace il 4-3-3. Ma penso che può benissimo cambiare se decide di cambiare. Però sabato abbiamo preso un solo tiro nello specchio della porta, e i primi 20 minuti sono stati colpa di noi giocatori, il ct non c'entra. Lui ha questa idea del tridente, del gioco offensivo, ma è consapevole che se non arrivano i risultati può cambiare. Di sicuro sa quello che deve fare, non è certo uno sprovveduto. Anzi». L'Italia di Cassano, si è detto sabato. Per Gattuso può essere l'Italia di Cassano e Totti in futuro: «Io li vedo bene. Francesco in questo momento si è preso una pausa ma in futuro credo possano benissimo giocare insieme.Non mi sembra giusto che si parli di loro due come due giocatori in lotta per un solo posto».