di FABRIZIO MARCHETTI UN COLPO da biliardo.

Liberatorio. E poi l'assist, con una verticalizzazione da regista consumato, di quelli capaci di prendere per mano la squadra. Ledesma sorride, l'Olimpico applaude. Si è buttato alle spalle l'inizio in chiaroscuro, ha diradato quei nuvoloni densi di dubbi che si erano addensati sul suo conto. Ora sente più «sua» la Lazio. Rigetta ogni tipo di paragone con Liverani, sa di dover ancora lavorare nella costruzione di una linea nevralgica nuova di zecca. Ora però che le gambe girano meglio e assecondano le nobili intenzioni che l'hanno sempre animato. E la sua azione è diventata più convinta, meno timida. Rossi sorride: in biancoceleste l'ha voluto portare lui, fortissimamente. Il club ha assecondato l'indicazione del romagnolo investendo circa 5 milioni pur di strapparlo al Lecce. E domenica sera in tribuna gli sguardi si incrociavano compiaciuti, come a sottolineare la bontà di un'operazione che solo due settimane fa pareva un azzardo. Ragazzo silenzioso, riservato, umile. Mai una parola fuori posto, spirito d'abnegazione e corsa: sono queste le sue armi. Ha trovato già casa a Roma, in zona Vigna Clara, dove si sono trasferite la moglie e la figlia. Domenica ha ricevuto la visita del manager D'Ippolito, il grande mediatore nei giorni infernali della trattativa con il club pugliese. Sulle sue tracce c'era anche il Torino, ma Cairo è arrivato tardi. A gennaio il regista era stato invece a un passo dal Palermo, prima che l'affare saltasse per un milione di differenza tra domanda e offerta. La Lazio l'ha messo sempre in cima alla lista dei desideri: in subordine si è a lungo parlato di Almiron, poi erano state avanzate altre candidature, come quella dell'ivoriano Zokora. Rossi ha scelto lui, è andato sul sicuro. E ora si trova a gestire una linea verde niente male: accanto all'argentino cresce e recupera in modo esponenziale Mudingayi, che appare il candidato più serio per fare da scudo in mediana nel difficile esordio in campionato contro il Milan. Mutarelli proverà oggi ma potrebbe partire in panchina. Ci sarà invece Foggia, a cui sono bastate due partite per conquistare la fiducia del tecnico. In attacco tornerà invece titolare Rocchi, nonostante l'ottimo biglietto da visita con cui si è presentato Makinwa. Il bomber laziale, nel ritiro della Nazionale, ha scherzato con i colleghi rossoneri: domenica sogna lo sgambetto, proprio come tanti anni fa, 17 per la precisione (3 settembre '89) quando in campo c'era il suo amico Paolo Di Canio e Maldini infilò la porta rossonra per il più clamoroso degli autogol. Stavolta vuole provarci lui, Rocchi, a fare un dispetto al Diavolo. Entro venerdì probabile conferenza di Oddo: domenica giocherà da capitano contro quello che sarebbe potuto diventare il suo futuro. Si cerca di accelerare il discorso-rinnovo on Zauri: si tratta anche fino al 2011 per garantire una piattaforma finale soddisfacente al terzino. Capitolo-società: la quota abbonamenti (la campagna chiude il 14 settembre) è salita a 7 mila unità. Il club continua a seguire l'evoluzione del caso-Jimenez. Atteso infine per oggi un contatto con la Figc per valutare le reazioni successive alla presentazione del dossier biancoceleste. È invece attesa la risposta, con relative controdeduzioni, della stessa Federazione. Due i punti «caldi»: la stima danni, pari a 75 milioni, e la contestazione dell'articolo 1, considerato limitativo della libera concorrenza in base a una recente disposizione della Corte di Giustizia Europea. Fondamentale, in questo senso, la consulenza di un docente di diritto amministrativo. Il titolo ha aperto la settimana in flessione: -1,64%.