Lazio, l'asso
nella manica
Il tentativo è ormai noto: cercare di azzerare, o ridurre sensibilmente, l'handicap di 11 punti che sa di zavorra in vista dell'inizio del campionato. Venerdì sera, esaminati i contenuti dell'istanza presentata dai biancocelesti, c'è stato un contatto tra l'avvocato Gentile, rappresentante biancoceleste e il legale della Figc, Medugno. Domani la Federazione presenterà la propria memoria, con le controdeduzioni del caso: ha fatto discutere molto la richiesta-danni di 75 milioni avanzata dai biancocelesti. Nelle ultime ore sono emersi però nuovi particolari sul corposo dossier della Lazio. Il club si è infatti avvalso della collaborazione del prof. Bassan, docente di diritto comunitario di Roma Tre per sostenere una nuova tesi. Tutto nasce da una recente decisione della Corte di Giustizia Europea (su una diatriba legata alla Federazione tedesca), che ha qualificato le Federazioni sportive come una sorta di Confindustria, cioè federazioni di imprese. E il nodo è rappresentato dalla legittimità della formulazione dell'articolo 1, quello che inchioda i biancocelesti. La Lazio contesta la norma in quanto troppo generica, tesa ad alterare il sistema di libera concorrenza, perché sanzione-arbitrio. L'esempio: i biancocelesti sono stati puniti per 4 violazioni dell'articolo 1 con 41 punti, mentre la Reggina ha pagato 7 violazioni della stessa norma con 15 punti (la sentenza della Caf è stata recepita e confermata dalla Corte Federale). Si lavora quindi in questa direzione, trovando la sponda della Corte Europea, per provare a dimostrare che ogni violazione contestata può equivalere a circa 2-3 punti di handicap (come nel caso-Reggina). Ciò significherebbe magari accettare di rinunciare all'Europa (nonostante i 75 milioni di danni stimati) ma cancellare integralmente la penalizzazione per la prossima stagione. La Federazione è pronta a rispondere, il Coni rimane in silenzio ma il criterio di sconto si sussura possa essere uniforme e verterà probabilmente su criteri stabiliti in modo empirico. La società spera di discutere il caso nella settimana tra il 10 e il 17 settembre, mentre l'avvocato Longo precisa: «I tempi dell'arbitrato dipendono dall'atteggiamento tra le società e la federcalcio. Qualora la Juventus riceva uno sconto - ha proseguito l'ex presidente su Radioincontro - c'è speranza che anche le altre società possano vedere ridotte le penalità». La Lazio continua invece a seguire con interesse l'evoluzione del caso-Jimenez. Il cileno è stato convocato dalla Ternana ma ha disertato l'appuntamento presentando un certificato medico che lo esenta da ogni onere agonistico per i prossimi 15 giorni. Motivazioni: stress e continue cefalee. «Ho subito uno choc», ha sottolineato dalle colonne del Mercurio. Insomma il braccio di ferro tra il trequartista e la società umbra prosegue. E il manager Dozzini lavora sullo svincolo: chiederà alla Fifa, contestualmente, anche un transfer provvisorio per poter eventualmente iniziare anche gli allenamenti con la nuova società, ove la richiesta dovesse essere accolta. L'entourage del calciatore preferisce per il momento seguire l'iter della giustizia sportiva, concentrando gli sforzi in un'opera congiunta con un pool di calciatori in rotta di collisione con la Ternana. Altrimenti è già pronta la strada che porta alla giustizia ordinaria, con una causa per mobbing. Un'altra storia particolare, stavolta interna al club, è quella di Matteo Sereni. Che ha confidato le sue sensazioni ai microfoni de «La Voce della Nord» su Radiosei. «Sono diventato ormai il quinto portiere, anche se non mi rassegno e mi alleno a parte con Arenas. Quello che mi è successo negli ultimi due anni è incredibile, potrei scrivere un libro, anche sui rapporti con Lotito. Tante cose non le ho dette per il bene della squadra. Ho vissuto un incubo, l'anno scorso mi fu negato il passaggio alla Fiorentina. Ora sono tranquillo ma spero di non subire cattiverie perché altrimenti mi dovrò difen