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La rinuncia al Tar non si può considerare una vittoria dello sport

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In attesa di sapere quale sarà il prezzo (in termini di sconto) che la giustizia sportiva ha dovuto pagare per indurre il club bianconero a fare marcia indietro, continuo a chiedermi chi abbia fratto la peggior figura in tutta questa vicenda. La Juventus continua a rivendicare il merito di aver fatto piazza pulita dei dirigenti che l'hanno messa nei guai ma deve ancora spiegarci chi li abbia assunti e chi abbia dato loro rappresentatività a tutti i livelli. Dopo di che questa trattativa, nemmeno troppo segreta, sulla vicenda del Tar somiglia a quelle cui si può assistere in qualsiasi mercato rionale e francamente non vedo come una delle due parti ne possa essere soddisfatta, tanto meno orgogliosa. La cosa meno sopportabile, a questo punto, è che ci possano essere degli aggiustamenti sui punti di penalizzazione da applicare con i campionati già iniziati. L'anno scorso il nostro calcio ha già offerto una pessima immagine nella vicenda del Genoa che nel campionato di serie C si è visto togliere, concedere e poi togliere ancora tre punti che hanno finito per condizionare tutta la stagione. Tuttavia quella era la serie C e la vicenda riguardava solo una squadra, questa volta si tratta della serie A e le squadre implicate sono di più. Alla fine almeno i calendari sono stati compilati nella data stabilita. Credo che sia da considerare un segnale positivo l'abbandono di schemi che sono stati seguiti per anni e che prevedevano di concentrare tutti gli incontri di presunto maggior interesse nella fase centrale del torneo. Naturalmente non si poteva pretendere un completo processo di modernizzazione e di regolarità per cui, ad esempio, il derby milanese che, in assenza della Juventus, rimane l'incontro di maggior fascino di tutto il torneo, è stato collocato non troppo presto e non troppo tardi come se fosse un delitto averlo nella prima o nell'ultima giornata . D'altra parte poiché i dirigenti e la mentalità sono sempre gli stessi non si poteva pretendere di più. Rimane in piedi il problema arbitrale. Personalmente ho molta simpatia e stima nei confronti di Gigi Agnolin e credo che sia stata una buona scelta quella di affidargli uno dei settori più delicati del nostro calcio. Tuttavia per quanto ne so, temo che si sia ancora lontani da quel sorteggio integrale che rimane a mio parere il modo migliore per scongiurare il male più antico (prima ancora dell'ingresso del metodo Moggi) del nostro calcio e cioè la sudditanza psicologica. Purtroppo era difficile che uno come Agnolin, essendo stato lui stesso un grande arbitro, entrasse nell'ordine di idee che un arbitro, una volta compiuta la trafila che lo ha portato alla serie A, valesse un altro. Ho sentito parlare di fasce, di difficoltà e di interesse, ma ripeto un mio vecchio concetto: Empoli-Atalanta è tecnicamente più difficile di Milan-Inter, inoltre non è detto che sia meno importante. Certo è diversa l'attenzione ma bisognerebbe finirla con la storia che tutte le partite considerate di cartello le debba arbitrare Collina o chi lo sostituirà nel ruolo di numero uno.

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