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Il tecnico cancelli la brutta figura contro la Croazia

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L'ultima apparizione del nuovo cittì a Fuorigrotta non suscita in lui, nonostante le dichiarazioni di routine, un ricordo piacevole: il rigore sbagliato in prima persona, ma anche la papera di Zenga, il gol dell'ispirato (o aspirato?) Caniggia, la finale mondiale svanita. Non si annuncia come una passeggiata, questa caccia a uno dei due posti utili per la promozione alla fase conclusiva: visto che, a parte una Francia assetata di sangue che ci attende nella sua tana tra pochi giorni, c'è anche l'Ucraina rivalutata dal Mondiale tedesco. Fanno meno paura le altre, a cominciare dall'onesta Lituania che tiene a battesimo una squadra tuttora orfana di qualche campione di Berlino e logicamente in fase di rodaggio, come del resto tutto il nostro movimento calcistico, in ritardo al segnale di partenza stagionale anche per gli intralci dei processi sportivi. La vigilia è stata movimentata soprattutto da Francesco Totti, del quale Donadoni aveva affermato di essersi garantito la disponibilità dopo le due partite di settembre. Ma non sulla stessa lunghezza d'onda sembra sintonizzato il capitano giallorosso, già deciso a rinunciare anche alla partita del prossimo mese contro l'Ucraina, che pure si giocherà nel suo stadio, con la folla dell'Olimpico pronta ad osannarlo. Adesso, anche a voler dar retta agli affettuosi sentimenti affidati alle parole di questi giorni, è difficile non pensare quanto possa aver pesato sulla decisione di Totti, che per altro deve ancora decidere se giocare in azzurro il prossimo anno, la presenza di Antonio Cassano. C'era stato un bel feeling, tra i due, all'arrivo a Roma del talentino barese, poi i rapporti si sono deteriorati pesantemente, fino ad arrivare, oltre che all'incompatibilità, a scambi di battute non proprio tenere. Ma poiché la versione ufficiale nega l'esistenza del problema, non rimane che attendere le decisioni di Totti: il quale ,per ora, affida l'onore e l'onere di tenere alti i colori giallorossi a De Rossi, schierato con Pirlo e Gattuso nel centrocampo a tre disegnato da Donadoni, mentre a Barzagli è affidato il vuoto lasciato nella difesa centrale dal ritardo di Nesta e dalla ridicola squalifica di Materazzi. Tre anche in avanti, l'estro di Cassano e l'attuale vena felice di Pippo Inzaghi supportati da quel Marchionni che molto prometteva in giovanissima età e che sembra avere ritrovato i motivi migliori, dopo un lungo, inspiegabile periodo di appannamento. Oltre al risultato, che non dovrebbe essere messo in dubbio da avversari di limitate risorse, la sfida del San Paolo è chiamata soprattutto a cancellare la penosa impressione dell'esordio nella più inutile delle amichevoli. Regalare bel gioco non dovrebbe essere impresa proibitiva.

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