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di SIMONE PIERETTI LA LAZIO cede il passo all'Espanyol in una di quelle amichevoli che servono davvero a poco.

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Poche le indicazioni dal viaggio a Barcellona: Makinwa non è ancora al top della condizione ma da solo sostiene il peso dell'intero reparto offensivo. Piccoli passi in avanti per Ledesma che appare un tantino più autoritario rispetto alle prime uscite stagionali. Delio Rossi è costretto a rinunciare a ben nove elementi tra infortunati e convocati con le rispettive nazionali, mette in campo la squadra con un 4-5-1 disegnato dall'emergenza. Non ci sono Oddo e Rocchi, con gli azzurri di Donadoni a Napoli. Mancano anche Tare, Pandev e Manfredini, anch'essi chiamati in nazionale. In infermeria ci sono Behrami - lo svizzero tornerà a inizio novembre - Mutarelli, Stendardo e Mauri, tutti alle prese con problemi muscolari. La difesa, a parte Oddo, è quella titolare della passata stagione. Peruzzi è all'esordio stagionale, davanti a lui Belleri, Siviglia, Cribari e Zauri. In mezzo al campo Ledesma disegna le trame di gioco, Foggia e Bonetto agiscono sugli esterni, Mudingayi si piazza davanti alla difesa con Quadri chiamato a fare la spola tra centrocampo e attacco dove Makinwa regge da solo tuto il reparto. In avvio è la Lazio ad affacciarsi dalle parti dell'area dell'Espanyol con Foggia che di testa non sfrutta al meglio un cross dalla sinistra di Bonetto. Il gioco è macchinoso, la partita è lenta e priva di emozioni. Ledesma, in un paio di occasioni, prova la conclusione dalla media distanza senza trovare il bersaglio. Al primo vero affondo la squadra di casa passa in vantaggio: De la Pena, liberissimo sulla corsia di destra, calibra un cross pennellato per la testa di Pandiani che senza alcuna difficoltà batte con un colpo di testa Peruzzi. Retroguardia laziale immobile, con Cribari preso in mezzo a due avversari, Zauri che lascia troppo spazio a De la Pena, Siviglia fuori posizione e Belleri poco reattivo nel chiudere la diagonale. La Lazio senza gran parte dei titolari fatica contro la formazione spagnola: a dieci giorni dal via mancano ancora gli automatismi, le idee sono poche e si resta aggrappati agli spunti personali. Nella ripresa l'Espanyol aumenta il ritmo senza graffiare. Peruzzi salva la propria porta dopo una conclusione di Jonatas, ma è lunica nota dei primi quindici minuti. Rossi lascia spazio agli uomini della panchina. Entra De Silvestri al posto di Quadri, c'è posto anche per Baronio che sostituisce Ledesma. Il tecnico laziale regala una buona mezz'ora anche al giovane Casini. Foggia va a posizionarsi dietro l'unica punta Makinwa che per tutta la partita cerca di tenere in apprensione l'intera difesa spagnola. Al 18' l'Espanyol sfiora il raddoppio con Luis Garcia che solo davanti a Peruzzi calibra male il pallonetto. La Lazio non riesce a uscire dal proprio guscio e soffre la pressione avversaria. In campo entra anche Diakitè che non si tira indietro: un paio di interventi robusti non passano inosservati dagli spettatori locali che sottolineano le giocate del difensore laziale con fischi ingenerosi. Al 38' Fredson, ben servito da Luis Garcia, calcia alle stelle da pochi passi graziando Berni. Allo scadere, su azione di contropiede, arriva il raddoppio dell'Espanyol con Coro che sfrutta al meglio un assist di Riera. Finisce due a zero per gli spagnoli, ma non era questa la vera Lazio.

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