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di PAOLO DANI FIRENZE — Inzaghi batte Gilardino sei a tre, nella corsa parallela al posto da centravanti ...

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Ma è soprattutto dalla prova di Cassano e dalla risposta generale degli azzurri che il nuovo ct ha sciolto il primo dubbio della sua gestione: l'Italia può cambiar pelle, e trasformarsi dal camaleonte lippiano in un 4-3-3 duttile e molto pericoloso. «Con lui c'è una ventata d'aria nuova», ha detto parlando del commissario tecnico Inzaghi, rapido come sottoporta a fiutare l'odore di una maglia da titolare dopo un Mondiale passato a mordere il freno in panchina. Ma se i suoi sei gol nel test con i ragazzi della Settignanese, contro i tre di Gilardino, rappresentano una misura dello stato di forma, sono soprattutto i 45' minuti giocati da Cassano a fornire spunti sostanziosi all'allenatore azzurro. Il quale vista la prestazione dell'attaccante del Real e valutata la disponibilità mostrata dai Campioni del Mondo, ha fatto l'attesa scelta del modulo: sarà l'Italia che voleva, con tre davanti e un'organizzazione ben definita. «Cassano ha confermato la sua disponibilità, e la sua capacità di trasformare in campo in semplici le cosi incredibili - il giudizio finale di Donadoni - deve acquistare convinzione, rendersi conto che non solo può fare la cosa decisiva in campo, ma deve mettersi a disposizione della squadra». Valutazione sacchiana, in linea con la nuova filosofia e con gli esercizi tattici che il ct ex milanista ha fatto svolgere all'Italia, senza avversario, prima di cominciare la partitella: lì si è vista l'intenzione di Donadoni di formare un'Italia agile e veloce, capace di sovrapposizioni dei terzini, frequenti incroci dei due attaccanti esterni e tagli in area. Poi, nella partitella, è stato un piccolo show personale di Cassano: pur se ancora appesantito nella corsa, ha offerto quattro assist e due aperture per altrettante occasioni gol, e poi una serie di colpi a effetto. Donadoni ha apprezzato, ma lo ha anche richiamato all'ordine e alla concretezza, nelle due volte in cui la ricerca del fioretto lo ha portato a sbagliare davanti a Buffon, schierato con gli juniores locali. «Torna Antonio, son già ripartiti», ha urlato Cannavaro, leader in campo, a Cassano appena sfumata una sua palla gol in solitario. E se la coppia Inzaghi-Cassano è a oggi la favorita per scendere in campo contro la Lituania, Donadoni non ha alcuna intenzione di sciogliere i dubbi sulla formazione, tranne quello sull'assetto tattico: «Decisioni non ne ho prese, voglio valutare ogni minimo dettaglio per non commettere errori: però al novanta per cento, per non dire con certezza, giocheremo con il 4-3-3». Resta da decidere se sarà Marchionni, come nel primo tempo di ieri, o Semioli a completare il cosiddetto nuovo «tridente». La scelta tattica non ha solo il valore numerico della formuletta, ma significa un cambiamento radicale rispetto all'Italia mondiale. Non più tre giocatori là davanti in zona offensiva e otto organizzati a supportarli, secondo la formula di Lippi buona per qualsiasi modulo; ma un'organizzazione totale, dalla difesa al vertice di attacco composto da un centravanti, un esterno d'attacco e uno di sostegno pronto a ripiegare fino alla linea dei centrocampisti. E soprattutto, una manovra ancor più corale. «Bravo così, gira su Cassano o lancia Pasqual», l'urlo di Donadoni a Pirlo, in partitella: il ct ha chiesto sempre di accompagnare l'azione del portatore di palla, per creare alternative e tanto movimento. «Avevamo scelto appositamente un avversario facile, perché serviva soprattutto verificare i nostri meccanismi: e ho visto una squadra ordinata», è stata la valutazione finale di Donadoni, pronto a dar più peso a questo che ai sei gol personali di Inzaghi («forse oggi segnavo anche io», la battuta). Per completare il suo disegno, Donadoni ha rivolto una richiesta alla squadra. Non esplicitamente quella di accettare il cambio di assetto, nonostante a Livorno avesse detto «chiederò ai Campioni per capire quale modulo si può fare». Piuttosto, ha chiesto di ricominciare da zero: «Dobbiamo avere lo spirito di una principiante, e affrontare i nostri

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