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L'osservatorio

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Senza una panchina all'altezza è difficile

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Spalletti si riferisce magari alla taglia da marcantoni di quasi tutti i giocatori dell'Inter, ma in definitiva ad avere schiacciato la Roma, dopo quell'avvio così carico di promesse, è stata la differenza di peso specifico tra i due organici. Bello, elegante, spettacolare, quello romanista, però senza risorse effettive quando gli attori principali non hanno uno straccio di controfigura. E, soprattutto, quando la panchina non promette di offrire, nell'immediato, un apporto più sostanzioso rispetto a quella che nella scorsa stagione non aveva potuto offrire un supporto appena accettabile ai magnifici undici dei record. Insomma: se esce un Adriano a mezzo servizio e va in campo Hernan Crespo, nessuno ne fa una tragedia, mentre i toni dell'apprensione popolare salgono vertiginosamente se esce Francesco Totti ed entra il buon Mido. Non è l'unico esempio, di alternative improponibili o quasi, nella Roma, ma sarebbe ingeneroso infierire su professionisti degni del massimo rispetto, che però nessuna squadra realmente ambiziosa ai massimi livelli sarebbe andata a cercare. Si rischia fortemente di diventare ripetitivi e magari anche noiosi, ma il discorso non cambia di una virgola da quando, alla fine della scorsa stagione e più ancora con la promozione alla Champions, la società aveva espresso qualche proposito non dico di gloria, ma di competitività onorevole nei confronti delle corazzate di sempre. Ridotte nel numero, quest'anno, dalla cacciata sacrosanta della Juventus e dalla penalizzazione del Milan. Ma l'Inter unica favorita, per quanto si è visto in Supercoppa, ha risorse troppo sontuose da far valere, mentre i giallorossi dovranno ancora chiedere a se stessi autentici miracoli, dovendo battersi su tre fronti, Coppa Italia compresa, senza poter fare conto su quel turnover che rappresenta uno dei pilastri delle formazioni lanciate verso i traguardi che contano. Che cosa ha rappresentato, finora, la campagna acquisti romanista, quella con obiettivi già definiti e quella tuttora in corso? Sempre che di campagna si possa parlare in presenza di offerte minime, alla ricerca di prestiti o amichevoli comproprietà, una volta esaurito perfino il serbatoio dei parametri zero che hanno prodotto quasi esclusivamente esiti modesti, se non proprio disastri. L'attacco vive degli schemi di Spalletti e del genio di Totti, ma se neanche a San Siro gioca almeno mezza partita Montella, ci si deve chiedere se lo sbandierato recupero dell'attaccante non faccia parte delle panzane troppo spesso elargite a un tifo fin troppo tenero. Un tifo che forse ha compreso di doversi accontentare dell'arrivo di David Pizarro: il solo nome di livello internazionale tra i volti nuovi di Trigoria. Però, visto che Spalletti non vorrà modificare l'atteggiamento tattico che ha finora mascherato anche le lacune dell'organico, Pizarro viene a togliere il posto all'emergente più dotato della Roma, quell'Aquilani che si è confermato titolare di statura fondamentale. Insomma, il cileno avrà un'alternativa di straordinario valore, e gli altri si attacchino al tram.

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