di RINO TOMMASI IL CALCIO piange sulle sue macerie che sono lì a dimostrare che non ...
Invece la giustizia sportiva esce a brandelli dopo una serie di provvedimenti in clamorosa contraddizione uno con l'altro, senza che tra i vari gradi di giudizio siano intervenuti fatti nuovi. A me piacerebbe riunire attorno ad un tavolo Borrelli, Palazzi, Ruperto e Sandulli, insomma tutti coloro che hanno avviato e condotto le indagini e hanno successivamente firmato le diverse sentenze e farmi spiegare, ad esempio, come la Juventus sia passata da una serie C1, ad una serie B, a meno 30 ed infine a meno 17. Oppure come il Milan sia risalito dalla serie B ai preliminari della Champions. «Peso el tacon del buso», (peggio il rammendo dello strappo) dicevano i vecchi saggi del mio Veneto natio. Tutto questo - mi spiace ripeterlo ancora una volta - con una critica che è passata dall'indignazione al buonismo invocando un buon senso che è il padre naturale del compromesso, rappresentato da quella Camera di Conciliazione che a mio parere è una delle peggiori invenzioni di questi tempi sciagurati. La Federazione, ci fanno sapere, si duole che la Juventus non abbia accettato i verdetti e che abbia cercato altri tribunali ma è abbastanza naturale che un condannato alla sedia elettrica cerchi alla fine, se non proprio l'assoluzione, una condanna sempre più mite. Intanto siamo a pochi giorni dalla promessa compilazione dei calendari ed a due settimane dall'inizio di un campionato che qualcuno ha avuto addirittura il coraggio di definire interessante senza preoccuparsi di stabilire fino a che punto sarà regolare. In quanto alla conclamata «voglia di calcio giocato» rivendicata dalla parte più conformista della critica aspetterei di conoscere gli esiti della vendita degli abbonamenti ed eventualmente quelle delle complesse trattative per i diritti TV. Intanto i primi turni della Coppa Italia si sono svolti senza copertura televisiva e si tratta di soldi che alla fine mancheranno al bilanci sofferenti del calcio.