L'osservatorio
Più importante partire bene in Champions
La Serie A partirà in ritardo, sempre che non accadano cataclismi dopo che la Juventus, omaggi allo stile, ha ritrovato di colpo tutta la sua tracotante, ignobile arroganza, come se lo scandalo che ha precipitato nella vergogna il calcio italiano appartenesse già a un passato rimosso dalla memoria. La Roma va a giocare a San Siro, nello stadio dell'Inter, ma è probabile che le sue attenzioni e i suoi pensieri siano rivolti soprattutto al primo appuntamento con quella Champions League avventurosamente riconquistata. E se il sorteggio non ha mostrato di sicuro ai romanisti il suo volto più arcigno, qualcosa che induce al becero scongiuro è venuto fuori: esordio con gli ucraini di Donetz, stessa nazionalità di quelli, la Dinamo di Kiev, che nell'ultima edizione giocata dai giallorossi erano stati protagonisti e testimoni di una catastrofe, batosta sul campo, monetina a Frisk, squalifica e figura barbina. Sta vivendo, la Roma, un momento di non facile interpretazione, tra i goffi movimenti di un mercato che l'arrivo di Pizarro non basta a nobilitare, e una società alla ricerca del discount, prestiti o comproprietà da quattro soldi. Doverosamente aziendalista, ma con voce in capitolo più sugli auspici che sulle decisioni, Luciano Spalletti è già bravo a mascherare un disagio e un malumore che pure troverebbero, tra i tifosi e tra gli addetti ai lavori, la più affettuosa comprensione. Difficile definire alla pari lo scontro del Meazza, un'occhiata ai rispettivi organici basta per far rabbrividire gli intrepidi tifosi che faranno atto di rappresentanza a Milano. La Roma, secondo i propositi del suo tecnico, dovrebbe essere più o meno la stessa che perse la Coppa Italia nel doppio confronto della stagione scorsa, ma non è escluso che, alla fine, l'intruso possa essere Pizarro, in alternativa ad Aquilani. L'undici di partenza nerazzurro schiera, tra centrocampo e attacco, grandi campioni a raffica, ma dispone anche di una panchina sontuosa nella quale figura anche, tra tanti giocatori pagati fior di milioni di euro, un ex romanista come Dacourt. Una volta attestata la sua provenienza, facile stabilire anche il suo prezzo: zero, come logica e tradizione impongono.