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di PAOLO AVESANI UN'ITALIA piccola e timorosa chiude malamente la final six della World League con la ...

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Nel gioco azzurro non funziona quasi nulla, ma è soprattutto l'atteggiamento mentale ad essere negativo. Fei e Vermiglio sostituiti dopo meno di un set e mezzo sono un segnale forte. La World League non sarà la «nostra» manifestazione, ma qualcosa di meglio si deve riuscire a mostrare su questi palcoscenici importanti. Le assenze di Cisolla, Cernic, Corsano sono dati di fatto, non scuse, ma la squadra sembra giustificarsi troppo per il fatto di essere un cantiere aperto. Benino con la Francia, benino con il Brasile, in chiaro imbarazzo con la Bulgaria. La gara inizia in salita. Sul servizio di Zhekov andiamo sotto 8-2. Montali cambia la diagonale palleggiatore opposto: dentro Sintini e Lasko, fuori Vermiglio e Fei. Sembriamo poter rientrare, ma i ragazzi di Stoev chiudono il primo set. Al ritorno in campo subiamo subito il break e, con Fei a quota zero, il coach azzurro rimette in campo in nostro secondo opposto: Mikael si fa trovare pronto e con un muro di Mastrangelo impattiamo a diciannove. L'Italia sembra salire di tono, ma sbaglia tre set point e si inchina ad un super Kaziysky. Il martello bulgaro sigle 4 punti di fila, compreso l'ace del 29-27. Nel terzo set la musica non cambia: al primo time out tecnico siamo sotto 8-4. Il muro di Gaydarsky che firma il 25-19 del 3-0 è una liberazione per tutti.

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