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di ALESSANDRO AUSTINI QUALCUNO l'ha definita «La Supercoppa degli onesti».

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Chissà cosa ne pensa Moggi, che ieri ha assegnato il suo scudetto alla Roma. Stasera in campo, al posto dei giallorossi, doveva esserci la Juventus e invece toccherà a Spalletti contendere il primo trofeo della stagione ai campioni d'Italia - a tavolino - dell'Inter. Con l'augurio che sia soltanto la prima sfida decisiva dell'anno ai nerazzurri. Perché la retrocessione dei bianconeri impone alla Roma di recitare il ruolo di antagonista dell'Inter in compagnia del Milan, che dovrà però recuperare lo svantaggio con cui si presenterà ai nastri di partenza. Oggi la Roma proverà a regalare il terzo trofeo della sua gestione al presidente Sensi, che di Supercoppa ne ha già gustata una. Ma quella era l'era delle spese folli, dei 60 milioni per Cassano e dei 12 all'anno a Batistuta. Preistoria. Stasera la squadra di Spalletti si presenta al cospetto dell'Inter con gli sfavori del pronostico, anche se il tecnico non sembra pensarla così. «Abbiamo le carte in regola - assicura Spalletti - per affrontare un colosso del nostro campionato come l'Inter. Sono convinto che possiamo giocarcela alla pari». L'allenatore toscano a questa coppa ci tiene da morire. Vuole riempire quel posto che aveva preparato per la Coppa Italia dello scorso anno, soffiatagli proprio dall'Inter. «La bacheca è ancora li ed è vuota... Forse non so evidenziare quanto io tenga a questo trofeo. In carriera mi sono già preso qualche soddisfazione ma ora sono anziano - scherza il tecnico - e non ho ancora vinto nulla di importante». Spalletti come Liedholm: la ricetta per battere l'Inter è il possesso palla. «Per opporci alle loro potenzialità offensive dovremo far gestire meno possibile il pallone agli avversari. Liedholm era un maestro in questo. Non dovremo chiuderci ma cercare di giocare a viso aperto». Se serve trattenere il pallone, chi meglio di Pizarro può aiutare la Roma a farlo? Spalletti sembra invece orientato a premiare i titolari della scorsa stagione e a lasciare il cileno in panchina, come lo stesso Pizarro aveva suggerito. «Lui è stato intelligente a dire questo. Sarà in campo durante la partita? Possibile». Di sicuro non festeggerà in caso di gol. «Per rispetto a Facchetti - ha assicurato Pizarro a Sky - se segnassi non esulterei». Poi un altra frecciata alla sua ex squadra: «All'Inter non ho mai trovato la continuità e quando l'ho trovata mi hanno fatto sedere un'altra volta in panchina. Non hanno mantenuto le promesse». Quindi dovrebbe toccare ad Aquilani affiancare De Rossi. Una chance importante per il giovane mediano che quest'anno rischia di scaldare spesso la panchina. Davanti a Doni giocheranno Panucci e Cufrè sulle fasce e il duo Mexes-Chivu al centro. I trequartisti saranno Taddei, Perrotta e Mancini. Per il momento, niente 4-3-3. «Non c'è tempo per gli esperimenti» ha chiarito il tecnico. Davanti spazio a Totti, ancora lontano dalla migliore condizione. Ma Spalletti si fida del capitano. «L'ho visto in crescita e sono convinto che farà una delle migliori stagioni della sua carriera». Prima della gara Totti inconterà Donadoni e programmerà il suo futuro in azzurro. Tra i convocati mancano Kuffour e Nonda, oltre ad Alvarez, ceduto al Messina. Chiusura di Spalletti sul possibile rinvio dei campionati. «Per tutelare una squadra non si possono danneggiare le altre. La Federazione non può essere prigioniera della giustizia ordinaria». E di questo che ne pensa Moggi?

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