Italia contro i giganti cinesi

Alle 12,30 italiane, nel Hokkaido Prefectural Sports Center Kitayell di Sapporo, con diretta integrale su Rai Due, l'Azzurra metterà alle spalle il tempo delle parole per dare spazio ai fatti affrontando la Cina del totem Yao Ming. Sono dolci i ricordi dell'ultima volta in cui la strada della truppa di Recalcati s'incrociò con quella della Nazionale della nuova frontiera della pallacanestro. Erano le Olimpiadi di Atene ed il successo sui ragazzotti con gli occhi a mandorla fu preludio di un glorioso argento. Oggi la Cina fa un pò più paura. Yao Ming è ormai stella di consolidata grandezza nella Nba, dove veste i colori degli Houston Rockets, e la sua mole (220 centimetri di muscoli ma anche una buona dose di agilità) lo rendono giocatore difficilmente limitabile se servito a pochi passi dal canestro. «È inutile fare tanti giri di parole — chiosa Denis Marconato, uno dei lunghi azzurri che dovrà cercare di limitarlo — per renderlo il meno pericoloso possibile bisogna cercare di negargli facili ricezioni nell'area pitturata magari costringendolo a girare più al largo possibile». Ne più meno ne meno della ricetta già snocciolata da Carlo Recalcati nei giorni scorsi. Ma nella Cina di oggi, affidata alla guida del coach lituano Joinas Kazlauskas, non ci sarà da guardarsi solo dalle giocate del pivot idolo di Houston. «Siamo coscienti dei nostri pregi e dei nostri difetti», dice il romano della Benetton Treviso, Angelo Gigli. Che poi continua: «Come talento e dal punto di vista fisico siamo inferiori agli altri, ma siamo più affamati dello scorso anno agli Europei in Serbia, e per quanto mi riguarda se per vincere con la Cina devo difendere su un playmaker, lo farò. In ogni caso i cinesi non sono solo Yao Ming e e ci sono altri giocatori temibili». Per molti azzurri, cui è giunto l'in bocca al lupo del Ministro Giovanna Meandri e del Sindaco di Roma Walter Veltroni, oggi sarà il giorno dell'esordio in una manifestazione ufficiale. Tra di loro c'è anche il regista tascabile della Virtus Bologna, Fabio Di Bella, che fatica quasi a rendersi conto della fantastica esperienza sportiva che si appresta a vivere. «Sono iscritto ad Economia e Commercio, ma già il Mondiale è come conseguire una laurea. Per uno come me, che ha fatto la gavetta giocando anche in serie D essere qui è quasi un sogno». Non manifesta invece alcun nervosismo, nonostante la giovanissima età, Marco Belinelli. «È un bel girone, difficile, con una sfida quasi impossibile come quella contro gli Usa. Ma siamo un bel gruppo e non credo sia impossibile puntare alla qualificazione per la seconda fase». Chi si sente carico al massimo è Stefano Mancinelli, ala della Fortitudo Bologna. «Sappiamo tutti che è un occasione importantissima nella nostra carriera, che magari potrebbe non ripresentarsi più. Per questo ce la metteremo tutta per fare bella figura». Nel girone D, quello dell'Italia, la prima partita sarà quella che vedrà in campo gli Usa di Lebron James contro Portorico, cui seguirà la sfida tra Slovenia e Senegal. Intanto c'è da registrare l'addio alla manifestazione di Tony Parker, Il playmaker della Francia, che gioca nella Nba con i San Antonio Spurs, ha fatto ritorno negli Stati Uniti a causa di una frattura ad una mano procuratasi in allenamento.