L'osservatorio

Tappa che rappresenta una chiave di lettura per il futuro azzurro nelle qualificazioni europee e per il successivo traguardo continentale, sempre che si arrivi alla fase finale, per rinnovare il trionfo di Berlino. Ma forse ha una giustificazione, questa inesplicabile amichevole con la Croazia interpretata da oneste mezze figure senza un avvenire. La chiave è la scaramanzia, visto che Marcello Lippi aveva cominciato la sua avventura azzurra con la sconfitta di Palermo di fronte all'Islanda, che mai ha preteso un posto nell'élite calcistica internazionale. Parentesi chiusa: e parliamo di cose serie, dopo le quattro amichevoli giallorosse, senza gol e senza gloria, allarmante avvicinamento all'esordio in Champions League, nella speranza di meno avvilente figura rispetto all'ultima apparizione. Tra tifosi eccellenti e addetti ai lavori si discute sulla priorità tra l'arrivo di un centrocampista e quello di una punta, come se un acquisto, dopo un paio di stagioni passate a pesca nello stagno dei «parametri zero», bastasse a garantire il ripetersi del miracolo dello scorso campionato. Sempre che di miracoli sia lecito parlare in presenza di un quinto posto trasformato in secondo, con accesso diretto alla Champions, soltanto dalle altrui scelleratezze. Ora è pacifico che il popolo romanista non sia esultante, scomoda testimonianza la flessione degli abbonamenti, e non bastano gli ultimi sussurri di mercato a migliorarne l'umore. Pausa di riflessione per Pizarro, ambito da Spalletti, più vicino Alou Diarra del Lens. Per i non addetti ai lavori, giusto chiarire che la Roma non fa concorrenza ad Abramovich, come poteva suggerire qualche superficiale immagine rilanciata da illustri network: che, parlando delle mire del Chelsea, mostrava il nazionale francese Alou Diarra del Lens, obiettivo giallorosso, mentre ai londinesi interessa il maliano Mahmadou Diarra del Lione, tra l'altro molto più costoso. Insomma si torna al discorso delle ultime settimane, scarsa fiducia nelle possibilità di un club che deve giocare un campionato da designato protagonista e una Champions, con un organico che ha ben poco guadagnato, in qualità, rispetto a quello della stagione passata, costretto a un dispendio di energie sopra le righe, già fin troppo bravo Bertelli ad averne mantenuto il tono atletico fino al traguardo. Con la rivoluzione estiva, si è per ora perduta una occasione irripetibile per rendere realmente competitiva la squadra anche ai massimi livelli, visto che i nuovi ranghi della Serie A avevano garantito alla Roma il ruolo di sfidante dell'Inter, grande favorita. Ma con le mazzafionde è difficile combattere le bocche da fuoco delle corazzate.