La vittoria non risulta nel medagliere. Male la Genovese nell'individuale
La squadra femminile ha vinto ieri la Coppa Europa di maratona e poco importa se il regolamento prevede che questa gara non sia conteggiata nel medagliere ufficiale. Sono questioni burocratiche che non tolgono valore a quanto fatto da Bruna Genovese, Deborah Toniolo, Anna Incerti, Giovanni Volpato e Marcella Mancini, brave a riportare a casa un trofeo che era stato vinto una sola volta dall'Italia, nel 1994 ad Helsinki. Che almeno ci regalala consolazione dopo l'ennesima giornata deludente. L'avvio troppo lento ha certamente pregiudicato le possibilità di medaglia della Genovese di salire sul podio individuale, lei che ha il ritmo come passione. Quando la gara ha preso il verso giusto sotto la spinta delle russe, la portacolori del Gruppo Sportivo Forestale non ha trovato le spinte per rispondere a causa della troppa acqua che ha inzuppato le sue scarpe ulteriormente appesantite dai plantari bagnati. Alla fine è sbucata la sorpresa, la tedesca Maisch arrivata dalle retrovie all'oro in 2h30'01", davanti alla serba Jevtic in 2h30'27" mentre la russa Permitina, autrice della vera selezione, ha chiuso con il bronzo al collo (2h30'53"). Buona comunque la tenuta della Genovese, alla fine quinta in 2h31'15" con la sorprendente compagna di club, Deborah Toniolo bravissima a portare a casa il settimo posto (2h31'31") alla prima avventura internazionale nella 42km. Ottava Giovanna Volpato (2h32'04"), nona Anna Incerti (2h32'53") suo primato personale) e 21esima Marcella Mancini (2h40'47"). Sfortunata invece la prova di Rosalba Console, vittima di una spinta che le è costata una forte botta al ginocchio sinistro e il ritiro in un mare di lacrime. Unanime in commento delle ragazze. «Le abbiamo stracciate» rivolgendosi alla Russia che alla vigilia godeva dei favori del pronostico. La sesta giornata ha anche regalato uno storico quinto posto di Assunta Legnante nel getto del peso. Ci aveva illuso con un lancio incredibile durante il riscaldamento e l'azzurra ha finalmente confermato tutto il suo valore anche in gara ottenendo un buon 18.83 nella gara vinta dalla bielorussa Khoroneko (19.43). «Ad un certo punto ho anche pensato a una medaglia, ma dovevo lanciare a 19 metri», ha detto la primatista italiana che sembra rinata. Bene anche Chiara Rosa, ottava con 18.23. mentre Cristiana Checchi è stata 11esima con 17.42. Parzialmente soddisfatto Nicola Vizzoni nono nella finale del martello con 76,55 che costituisce il suo stagionale, con Marco Lingua, che è finito 11esimo con 73,73 nella gara vinta dal bielorusso Ivan Tikhon grazie a un lancio di 81,11 metri. Ha ben impressionato la 4x100 azzurra composta da Luca Verdecchia, Stefano Anceschi, Massimiliano Donati, Francesco Scuderi, qualificatasi agevolmente alla finale con il secondo tempo (38"84) dietro ai britannici (38"77) e davanti ai francesi (38"85), gli avversari più temibili per le medaglie. In mattinata anche Zahra Bani ha conquistato un posto per la finale odierna del lancio del giavellotto con la misura di 61.15 mentre Claudia Coslovich si è fermata solo a 54.44. Fuori dai giochi invece la 4x400 orfana di Andrea Barberi sofferente ai bicipiti femorali. La formazione composta da Licciardello, Vallet, Galletti e Carabelli non è riuscita a qualificarsi finendo decima (3'05"53). A casa anche Andrea Giaconi che ha pasticciato sugli ostacoli non riuscendo a tagliare il traguardo. La finale dei 110hs ha visto l'affermazione del lettone Olijar in 13.24 mentre il lituano Alekna è stato vincitore nel disco con 68,67. Si sono confermati sul trono continentale lo svedese Olsson nel triplo (17,67 metri) e la spagnola Dominguez nei 5000 (14:56.18). Il primo titolo continentale dei 3000 siepi è andato alla bielorussa Alesia Turava (9'26"05) sorella dell'oro della 20km di marcia. Infine l'asta femminile che ha visto il dominio della russa Yelena Isinbayeva salita a 4.80 prima di provare il record mo