Il sistema calcio non sa produrre nuovi dirigenti
Infatti la teoria del «nuovo che avanza» è stata condita in tutte le salse possibili. La considerazione più ovvia e più lampante riguarda l'incapacità del calcio di produrre nuovi dirigenti. La responsabilità è soprattutto di coloro che hanno monopolizzato gli incarichi più importanti (Lega e Federazione) innestando una specie di circuito o, se preferite, di staffetta che ha ciclicamente riproposto gli stessi nomi, uno dei quali è quello del nuovo eletto... In linea teorica molto meglio un ex presidente del Bari che il responsabile del Milan, ma non c'è dubbio che l'ideale sarebbe stato un personaggio senza legami e senza storia, soluzione più volte inutilmente invocata in questa ed altre sedi. I primi ostacoli che Matarrese deve fronteggiare sono l'ostilità di coloro che ne hanno contrastato l'elezione ed il debito di riconoscenza che deve pagare a coloro che lo hanno sostenuto. Non è necessario scomodare la politica per dimostrare come sia difficile governare avendo a disposizione una maggioranza minima. Le due priorità più importanti sono facili da individuare e sono la questione dei diritti televisivi e la struttura dei campionati ed è su questi due aspetti che Matarrese deve dimostrare che un nome antico può anche produrre delle novità interessanti. Sui diritti TV mi sono già espresso molte volte. L'errore commesso dal governo D'Alema nell'affermare la soggettività di questi diritti per cui la Juventus incassava 90 milioni, il Treviso 7, è stato clamoroso ma è stato commesso con il consenso della maggior parte della critica e con quello, distratto e comunque colpevole, del governo successivo. Il guaio è che si prospettano soluzioni e varianti che tendono al compromesso e che avranno la tragica conseguenza di dare l'impressione di un cambiamento senza che in realtà si modifichi nulla o quasi. Il modello inglese, da più parti sollecitato (una base uguale per tutti, il resto in base ai valori, tecnici e di bacino) non risolve il problema di fondo. Se c'è un modello da copiare è quello americano per cui i diritti pay devono essere venduti in blocco e divisi in parti uguali. Al limite possono rimanere soggettivi quelli del digitale, che si possono equiparare agli incassi del botteghino, concedendo una equa percentuale alla squadra in trasferta. Certo non è incoraggiante leggere che del problema si sta occupando il ministro Melandri, la cui competenza specifica è almeno dubbia e certamente superficiale. Non meno importante è il problema della struttura dei campionati. Qui il compito di Matarrese è delicato perché la maggior parte di coloro che lo hanno votato vorrebbe mantenere la serie A a 20 squadre e la serie B a 22. Il compito della Lega è quello di migliorare il prodotto, cioè la qualità dei campionati e non v'è dubbio che una serie A con 16 squadre sarebbe migliore di una con 18 e che una con 18 sia migliore di una con 20. In quanto a Matarrese, tocca a lui dimostrare che il ritorno all'antico non sia necessariamente un passo indietro.