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di SIMONE PIERETTI NORCIA — Subito protagonista.

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Era arrivato in mattinata dopo aver firmato un contratto quinquennale. Presentazione di rito, poi un leggero allenamento prima di pranzare con i suoi nuovi compagni di squadra. Nell'amichevole contro il Benevento sarebbe dovuto entrare soltanto nella ripresa, ma l'infortunio di Manfredini e quello del giovane Buelli lo hanno proiettato in campo dopo appena venticinque minuti. E lui ha subito acceso l'entusiasmo dei tifosi biancocelesti che lo hanno acolto con un lungo applauso. Nel primo tempo si è messo al servizio della squadra, nella ripresa, appena Rossi ha richiamato in panchina Igli Tare, si è impadronito dell'intero reparto avanzato. I compagni, da quel momento in poi, lo hanno sempre cercato con continuità. Con Pandev l'intesa è automatica, quasi innaturale per due come loro che mai prima d'ora avevano avuto modo di gioare insieme. E il gigante d'ebano è soddisfatto del suo primo giorno da laziale. Makinwa, si è presentato ai suoi tifosi nel miglior modo possibile. «Sono molto soddisfatto per questo esordio. Meglio di così non poteva proprio andare. È stata una giornata intensa: in mattinata non avevo lavorato molto in previsione della partita». Che idea si è fatto dei suoi nuovi compagni di squadra? «La Lazio ha tanti buoni giocatori. Credo che ci siano le possibilità per fare un buonissimo campionato nonostante la penalizzazione iniziale. Non sarà semplice recuperare gli undici punti di svantaggio con cui partiremo ad inizio stagione, ma ho trovato un ottimo gruppo, penso che la salvezza sia alla portata di questa squadra». Ci racconti il suo impatto con il mondo Lazio. «Quando sono arrivato qui a Norcia ho capito subito tutto. C'erano già tantissimi tifosi in giro, in attesa della partita del pomeriggio. Roma è una piazza importante e ho avuto immediatamente occasione per riscontrarlo. L'accoglienza dei tifosi è stata straordinaria, sono convinto che sapranno darci un grandissimo contributo durante tutta la stagione». Cosa l'ha spinta a scegliere la Lazio? «La trattitiva è stata piuttosto lunga, ma alla fine ho scelto di vestire la maglia biancoceleste. La piazza di Roma è importantissima, ma il fatto che qui ci fosse Delio Rossi è stato determinante nella mia scelta. Con lui avevo già avuto modo di lavorare a Bergamo. Mi aveva insegnato moltissime cose e mi auguro che me ne possa insegnare ancora tante. Io ho ancora voglia di imparare. Lui è stato per me fondamentale: è un tecnico preparato ed una persona squisita. Lo stimo moltissimo». In attacco ci sono cinque attaccanti: la concorrenza non mancherà. «La rosa è ampia ma il tecnico saprà come farla rendere al massimo trovando spazio a tutti. Rossi mi conosce bene, sa in quale ruolo impiegarmi per farmi rendere al meglio». La parola derby le fa venire in mente qualcosa? «È la prima cosa che mi hanno detto i tifosi: so dell'importanza di questa sfida. Cercheremo di fare del nostro meglio per regalare una soddisfazione ai nostri sostenitori». Due gol ma nessuna capriola per festeggiare. Ha cambiato modo di esultare? «Affatto. Le capriole le tengo per il campionato e mi auguro di farne tante. Ho iniziato ad esultare in questo modo da quando ero bambino: giocavo ancora in Nigeria». Cosa le ha detto il presidente Lotito per convincerla a trasferirsi alla Lazio? «Mi ha detto di aver allestito un organico competitivo per affrontare al meglio la prossima stagione». Quali sono le sue aspettative per questa avventura laziale? «Desidero fare del mio meglio per dimostrare tutto il mo valore: darò il massimo, ci potete scommettere». Visto l'inizio anche Delio Rossi sembra aver vinto la propria scommessa.

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