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di PAOLO DANI MILANO — Antonio Matarrese è il nuovo presidente della Lega Calcio.

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Antonio Matarrese, che ha da poco compiuto 66 anni essendo nato a Bari il 4 luglio 1940, subentra quindi ad Adriano Galliani. Si tratta, comunque, di un ritorno perché Matarrese, esperto conoscitore del mondo del calcio, era già stato presidente della Lega Nazionale Professionisti dal 1982 al 1987, quando aveva lasciato la carica a Luciano Nizzola per trasferirsi sulla poltrona di presidente della Federcalcio che ha occupato dal 1987 al 1996. Matarrese è stato anche vicepresidente dell'Uefa e presidente della Commissione fair play della Fifa. E lui lancia il suo progetto: una Lega Calcio dove i grandi non mangeranno più i piccoli, un calcio italiano più rispettato all'estero. È un Matarrese che ha da togliersi dalle scarpe una montagna di sassolini e che non nega di essere animato da «uno spirito di rivalsa» per non essere stato trattato benissimo da un certo ambiente del calcio italiano. «Da oggi con Matarrese si cambia - dice subito il neo presidente della Lega, appena tornato a sedere su quella poltrona che fu sua già il 10 marzo 1982 e che lasciò cinque anni dopo per quella romana della Figc - In Lega i grandi non mangeranno più i piccoli. Prima erano in pochi a decidere, erano due o tre, ma da oggi tanti presidenti sono diventati maggiorenni, ci saranno più equilibri e rispetto reciproco». Un lungo discorso entusiasta, quello di Matarrese, tutto basato sulla nascita di «una nuova Lega», per un presidente che non sceglie tra l'ipotesi di essere un traghettatore, né un innovatore e neanche un pacificatore: «Voglio preparare il futuro - dice -. Voglio stare il tempo che sarà necessario». E poi diversi consigli all'indirizzo del commissario della Figc, Rossi, uno che «ha avuto la fortuna di vincere i Mondiali e adesso però deve cominciare anche a lavorare». A Rossi, Matarrese promette collaborazione, ma non certo sudditanza. «Non portiamo in Federazione - chiarisce - il nostro regolamento per farlo approvare. Noi vogliamo vedere anche le loro carte e vogliamo confrontarci. Sono amareggiato - aggiunge -. Con il prof. Rossi a Berlino sul carro dei vincitori non c'erano i presidenti, quelli che hanno messo i soldi nel calcio, né quelli che hanno sbagliato e sono stati puniti né quelli che erano innocenti. Ma verso di loro andava tesa la mano, chi paga i calciatori della nazionale campione del mondo?». Critico Zamparini: «Siamo tornati alla preistoria», soddisfatti gli altri numeri uno. Nella serata di ieri sono arrivati anche i complimenti di Guido Rossi: «Congratulazioni e auguri alla nuova Lega».

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