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Il commento

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Per Schumacher avrebbe potuto essere una disfatta, una domenica nera, segnata dal rendimento disastroso delle gomme intermedie della Bridgestone, che hanno rallentato oltre ogni ragionevole limite le Ferrari e le altre scuderie fornite dall'azienda giapponese quando cadeva ad intermittenza una leggera pioggia. Situazione imbarazzante, mentre Alonso volava verso una vittoria che solo il coriaceo Raikkonen appariva in grado di contrastare e che, in ogni caso, avrebbe consentito all'attuale leader del campionato di riprendere il largo in classifica, vanificando le tre vittorie consecutive ottenute da Schumacher in America, Francia e Germania. Poi, con l'apparire di un timido sole, il capovolgimento più totale della corsa con Schumi, lanciato alla conquista di un gradino sul podio. E ancora, il ritiro di Alonso, che non si verificava dalla bellezza di 18 Gran Premi, per un banale errore di un meccanico nel fissaggio din un bullone. Una vera disdetta per colui che alcuni chiamano Fortunello, in questa occasione poco assistito dalla buona sorte. Ma a pochi chilometri dalla conclusione anche l'alfiere della Ferrari, comunque in difficoltà con i pneumatici intermedi quando sarebbero stati indispensabili quelli da asciutto, andava ko. Una corsa, la più divertente dell'anno, che ha confermato la competitività ai massimi livelli della Ferrari se si corre con un caldo sole estivo. Altrimenti, e si è visto ieri, sono dolori, cui si aggiunge la sorpresa per una Bridgestone tanto inferiore alla Michelin con le intermedie. A questo punto la rincorsa di Schumi si fa oltremodo difficile, in quanto Alonso è uscito dalla gara-roulette di Budapest conservando la bella dote di 11 punti di vantaggio quando mancano solo cinque gare al termine del campionato. In conclusione, l'andamento beffardo della prova ungherese ha regalato la prima vittoria al sopravvalutato Button, con la Honda, tornata al successo dopo ben 39 anni, e un podio completato da insoliti protagonisti, de La Rosa e Heidfeld, mentre Raikkonen può solo recitare il mea culpa per un errore che gli è costato un probabile successo visto quanto accaduto.

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