di GIORGIO CERBAI OPORTO — S come swing, ovvero un ritmo sostenuto e scorrevole oppure in ambiente jazzistico ...
Già, perché non è proprio la staticità quello che ci interessa di più in una sportiva di razza come la Clio Sport, o no? Quando c'è una Sport che capeggia alla fine della sigla, si entra nel mondo dei sogni targati Renault, ovvero prendimi e portami in pista. Ogni dettaglio è progettato per questo uso, dal diffusore d'aria posteriore (derivato dall'esperienza in Formula 1) agli estrattori integrati nei parafanghi che caratterizzano le carreggiate allargate. Per la cronaca (e gli appassionati del genere), nello stabilimento di Dieppe, dove vengono assemblati tutti i modelli sportivi, verranno costruite solo 11.000 unità all'anno nel mondo e 400 di queste saranno destinate al mercato italiano, al prezzo di 22.800 euro (che diventano 30.000 per la versione da pista Cup). A livello puramente stilistico, la Sport è caratterizzata da forme originali ed accattivanti, che non sfociano nell'eccesso sportivo. Nel frontale spiccano i fari allungati all'indietro incastonati come gioielli in un muso lungo come impongono le ultime normative sulla sicurezza. La parte posteriore invece cala giù dritta e riprende in parte il taglio già ampiamente consolidato su gran parte degli ultimi modelli di Casa Renault. La qualità delle plastiche e delle finiture è impeccabile, non sono materiali poveri e ci sono un'infinità di tasche e cassettini portaoggetti. Il sedile di guida avvolgente è ampiamente regolabile, anche in altezza, così come il volante. Per avviare o spegnere il motore c'è un pulsante ed una scheda elettronica permette l'accesso all'auto, basta tenerla in tasca. Al di sopra delle aspettative anche l'abitabilità per i passeggeri ed il vano di carico posteriore. Una volta dentro, ci si trova subito a proprio agio, non è esasperata e ci accoglie in modo «umano». La Clio Sport si è dimostrata agilissima ed aggressiva, con inserimenti in curva immediati e precisi, mostrando una maneggevolezza assoluta. Merito dell'incomparabile telaio e dell'avantreno ad asse indipendente che segue come un compasso l'asfalto. Benché la potenza sfiori i 100 cv/litro, si dimostra pienamente gestibile e molto divertente sia su pista che su strada. Il motore aspirato 2.0 16 valvole, abbinato ad un cambio a sei rapporti, risponde alla grande fluido e regolare nella spinta già dai 2.000 giri prendendo vigore ai 3.000 per sprigionare ancora carattere in prossimità dei 5.000 giri ed avere il meglio dai 6.000 fino al limitatore, intorno agli 8.000 (ma già ai 7.500 ci appare la spia per la cambiata. L'impianto frenante abbinato alle pinze Brembo si è rivelato eccellente e costante nel rendimento ed ha impressionato per potenza ma soprattutto modulabilità.