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L'amarezza del ranista azzurro

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Sul tabellone luminoso appare il nome del polacco Kuczko, quindi Bossini, poi tutti gli altri. Loris li aveva battuti tutti ma il suo nome non c'è e l'urlo gli si strozza in gola. C'è fermento a bordo piscina e si apprende subito della squalifica in cui è incorso l'italiano. Si pensa ad una falsa partenza ma la moviola scongiura questa ipotesi, anche l'ingresso in acqua è regolare. Loris a bordo vasca non si da pace mentre il polacco festeggia il suo oro. Le telecamere Rai cominciano a proporre le sequenze relative alle virate e alla terza ogni quesito trova risposta. Il regolamento impone di toccare la piastra, ad ogni virata, con entrambe le mani e la mano sinistra dell'azzurro sembra solo sfiorarla. Dopo aver visto l'immagine rallentata ed ingrandita si faticava a stabilire l'effettività del tocco. Il giudice, che evidentemente non lo ha rilevato, ha deciso in un istante, e da una posizione sicuramente svantaggiata, di non convalidare quella medaglia d'oro. C'è da dire che un'infrazione del genere non può avvantaggiare in nessun modo l'atleta che la compie e il 2'11.91 resta frutto del talento puro di Loris Facci. Bossini, divenuto medaglia d'argento, a fine gara rilascia in merito una dichiarazione che lascia perplessi: «Qui siamo in Europa, non in Italia, certe cose non te le lasciano passare. Poi da quello che ho visto sott'acqua…». Il suo allenatore Gianni Nagni, in collegamento, lo invita a fermarsi a pensare: «Paolo non sei lucido, aspetta a parlare». Finisce con una seconda intervista di Bossini che rivede le sue dichiarazioni. Non è successo niente di grave, intendiamoci, ma forse ci stava meglio una parola di conforto per il compagno e un parere in meno prima di un possibile reclamo ufficiale. Successivamente il Ct Alberto Castagnetti ha voluto scongiurare anche questa ipotesi: «Presentare reclamo ora è praticamente inutile, il verdetto del giudice è inappellabile e la prova televisiva non è concessa. Forse con una ripresa ravvicinata e dall'alto ci saremmo potuti togliere qualche dubbio in più». Ale. Mor.

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