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Continua lo show azzurro agli Europei di nuoto a Budapest: ieri altre quattro medaglie

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Fratelli d'Italia

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Le tribune sono strapiene e la tifoseria di casa, disillusa, scruta l'ennesimo alza bandiera. Verde, bianco e rosso sono anche i loro colori ma non c'è verso, o meglio, non c'è "il" verso. Le bande orizzontali sono quelle del nostro tricolore, ieri per quattro volte lì, a testimoniare che se c'è l'acqua di mezzo noi siamo una potenza mondiale. La giornata di gare si preannuncia densa di appuntamenti, tra quelli regolarmente in programma e quelli da recuperare causa mal tempo. La finale dal trampolino da 1 metro uomini è l'occasione per Nicola Marconi di aggiungere prestigio al medagliere di famiglia ed è la prova d'appello per Cristopher Sacchin, sempre sfortunato quando c'è in palio una medaglia europea. Le finali per il nuoto sono ben sei e tra i nomi dei favoriti c'è sempre molta Italia: Magnini e Rosolino contro Van Den Hoogenband rappresenta la finale di cartello, i 200 sl. Alessio Boggiatto si presenta con il miglior tempo alla resa dei conti contro l'idolo di casa, Laslo Cesh, nei 200 misti, mentre la sorella Chiara non vanta ambizioni da podio nei 100 rana. Ma la prima soddisfazione di giornata viene dai tuffi ed è, forse a sorpresa, il bronzo del bolzanino Cristopher Sacchin. Nicola Marconi incappa in una semifinale in cui sbaglia troppo ed il quarto posto con 363.35 punti non vale la lotta per le medaglie. Sacchin, terzo, scarica la tensione per una possibile eliminazione e fa la gara della vita. L'Animale, come lo chiamano gli amici per la sua imponente massa muscolare, si tuffa senza troppa pressione, consapevole di doversi confrontare con gente del calibro del finlandese Puhakka, campione europeo in carica, e del russo Dobroskok. 76.80 punti alla quinta esecuzione, 72.20 punti all'ultimo tuffo, bronzo per Prazzo, un altro dei suoi soprannomi, e gioia infinita per tutta l'Italtuffi. Ancora campione Puhakka, secondo il russo e poi noi, che cominciamo a sventolare. L'attenzione si sposta alla piscina con le corsie e le emozioni non saranno inferiori. Le prime finali del pomeriggio interessano le donne, 200 dorso e 800 sl, ma non le italiane. Citazione d'obbligo per gli 800 con record europeo di Laure Manaudou, il suo 8'19.29 abbatte un record datato 1987. Cresce la tensione per i 200 sl ma le semifinali che li precedono non lasciano indifferenti. Bossini e Facci entrano in finale nei 200 rana vincendo le rispettive gare mentre Alessia Filippi sembra non stancarsi più di scrivere il suo nome sotto l'ennesimo primato italiano e nei 200 misti il suo 2'14.83 vale il sesto tempo di finale. Nella camera di chiamata, intanto, si intravedono i volti tesi di Massimiliano Rosolino e Filippo Magnini, accanto a loro, un inespressivo VDH. I nostri ragazzi sanno che se l'olandese nuota sull'1'45.0 c'è poco da fare per la vittoria. Anche Peter li conosce bene e sa che per vincere con quei due bisogna dare il meglio, neanche un pelo di meno. Corsia 4, 5, 6, sono tutti lì. Lo starter spara e VDH va ma mentre Massimiliano lo tiene, Filippo sembra faticare. Dopo il primo 100 si capisce che l'olandese è tornato volante, con i nostri a lottare tra loro e con il britannico. All'arrivo la tenuta di Rosolino ha la meglio sul ritorno di Magnini che beffa l'inglese di un centesimo. Argento e bronzo, 1'47.02 e 1'47.57, con il grande Van Den Hoogenband che ferma il suo crono a 1'45.63: per l'oro non c'era niente da fare. Un tripudio di tricolori festeggia gli azzurri sul podio e, senza soluzione di continuità, accoglie Alessio Boggiatto per la sua finale, i 200 misti. Gli italiani in tribuna si guardano intorno e, per un attimo, pensano di giocare in casa ma le bandiere questa volta sono ungheresi e sono tutte per lui, Laslo Cesh. Il magiaro va a vincere in scioltezza davanti ad un grande Boggiatto e all'altro atleta di casa Kerekjarto. Ancora una medaglia, la quarta, e ancora un podio, questa volta tutto verde, bianco e rosso.

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