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L'OSSERVATORIO

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Pausa benedetta sotto l'albero per i prati ghiacciati

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Si potrebbe, dicevo, se non ci fosse stata la parentesi del campionato del mondo giocato e vinto dall'Italia, forse al di là delle più rosee previsioni. Così non è un fulmine a ciel sereno lo slittamento dell'inizio del campionato: non soltanto perché la seconda settimana di settembre ha rappresentato per lunghissimo tempo una data di avvio tradizionale, ma soprattutto per il buon motivo che tutti sapevano, anche chi affermava il contrario dall'alto di qualche cattedra, che la predeterminata scadenza di fine agosto non sarebbe stata rispettata, se si volevano concedere ragionevoli tempi di difesa alla marea di personaggi e di club coinvolti nello scandalo. E dunque facciamoci una ragione e rivolgiamo un minimo di attenzione all'allungarsi dei tempi destinati alle inutili e depistanti amichevoli estive. Senza dimenticare, però, che prima del fischio di avvio ufficiale del nuovo torneo, si dovrà dedicare un doveroso interesse alla Nazionale, attesa prima dell'Ucraina e poi dall'inferocita Francia a Parigi per le qualificazioni europee, ma anche ai primi impegni della pattuglia italiana, per altro non ancora del tutto definita, nelle coppe continentali. Data ufficiale il 10 settembre, ma è chiaro che si partirà con un giorno di anticipo in omaggio alla programmazione televisiva, che del resto nessuno dei nostri club, adesso inguaiati anche dal rigore fiscale, oserebbe guardare con occhi meno che amorevoli. Nello scorrere le date della stagione appena rese note, la novità più appariscente è costituita indubbiamente dalla dilatazione della sosta natalizia, una ventina di giorni dal 23 dicembre a metà gennaio, una misura puntualmente invocata quando i prati dei nostri stadi, anche dei più illustri, presentano un aspetto desolante e costituiscono una minaccia per l'incolumità degli atleti. Però è anche giusto ammettere che sarebbe sbagliato seguire l'esempio tedesco della più prolungata sosta: perché il clima dell'Europa del Nord ha poco a che vedere con i capricci dei mesi invernali italiani, quando talvolta novembre consente gite al mare e marzo consiglia scarponi da neve e piumoni. Ma almeno non vi saranno disparità per nessuno, tra una gradevole incursione in Sicilia e un viaggio disagiato per esibirsi sul ghiaccio a Bergamo o a Verona. Ma la stagione avrà un prologo importante, soprattutto per i tifosi giallorossi, visto che la nuova classifica e la temporanea uscita di scena della titolare di due scudetti fasulli, sarà la Roma di Spalletti a contendere all'Inter la Supercoppa nazionale. Non un evento memorabile, viste le circostanze, però un'allettante occasione di rivincita dopo la finale di Coppa Italia. Anche se il trofeo sarà assegnato in un solo episodio. E anche se si giocherà a San Siro, un campo che ai romanisti ha regalato storicamente pochi sorrisi.

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