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Doping: atletica sotto choc

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In ballo c'è infatti la recidività del primatista statunitense dei 100 metri che era stato già trovato positivo nel 2001, ma allora fu perdonato perché produsse la documentazione con la quale giustificò l'assunzione di medicinali che contenevano anfetamine per combattere una malattia che negli States è conosciuta come «attention deficit disorder», in pratica l'incapacità di reggere la concentrazione. La Iaaf a suo tempo fu chiara: qualsiasi contatto con sostanze proibite non sarebbe stato perdonato. E così nella nota di ieri c'è la conferma del serio pericolo che per la terza volta nella storia (dopo il 9"79 di Ben Johnson e il 9"78 di Tim Montgomery) possa essere cancellato il record del mondo dei 100 metri, anche se in questo caso il primato è detenuto in comproprietà con Asafa Powell, che ha corso per due volte la distanza in 9"7. E pensare che il tormentone dell'estate era stata la possibile sfida per vedere spalla a spalla Gatlin e Powell, i due uomini più veloci del mondo. Ora per Gatlin che non perdeva da 14 gare, il rischio è quello di essere sconfitto per sempre anche se prende sempre più piede la tesi del complotto, almeno a detta del suo avvocato, Cameron Myler: «Rimane un mistero come sia potuta accadere una cosa del genere, dato che Justin non ha mai preso niente — le sue parole — ma crediamo di sapere chi può aver fatto questo, è una persona che ha fatto parte del nostro gruppo di lavoro». Sulla stessa linea l'allenatore di Gatlin, Trevor Graham, secondo il quale i sospetti cadrebbero su di un massaggiatore di Eugene, di nome Chris, che era stato fornito all'olimpionico dal suo sponsor tecnico e che gli avrebbe praticato un massaggio con una pomata particolare subito dopo la gara di staffette nel Kansas.

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