Ciclismo
poi qualcuno di quelli che erano stati indagati e indicati al pubblico ludibrio viene scagionato dagli inquirenti (l'ultimo della lista è Giampaolo Caruso), ma la cosa fa poca notizia. Si corre, quindi. In attesa che domani inizi il Giro di Germania, il Pro Tour ha offerto ieri un buon antipasto tedesco con la Classica di Amburgo, corsa nervosa, lunga (oltre 240 km) e con una serie di muri sul tracciato che (si parva licet: questi sono comunque più dolci) ricordano un po' quelli delle Fiandre. Italiani ben in vista: Andriotto pure troppo in vista, dato che è stato agganciato in avvio di gara, mentre era in fuga, da una motocamera della tv tedesca, buttato per terra e costretto al ritiro. Poi nel finale, sul muro di Waseberg (a 16 km dal traguardo), azione a due Ballan-Pozzato, quasi come nella Sanremo: solo che stavolta il gruppo non ha lasciato spazio, così come non ne ha lasciato a un sestetto avvantaggiatosi sulla discesa, composto per intero da italiani: Celestino, Rebellin, Moletta, Paolini, Figueras e Mori. Ripresi i 6, il plotone si è predisposto allo sprint: Pozzato è partito per primo e però ha finito la benzina in dirittura, chiudendo al terzo posto. Zabel, beniamino di casa, si è accodato a Pozzato, saltandolo nel finale; ma agli 80 metri è venuto fuori Freire, che allo sprint ha beffato il tedesco, esattamente come nella Sanremo 2004: per Zabel è proprio un incubo ricorrente.