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di FRANCO BOVAIO IL PRIMO colpo di mercato di Sensi fu l'ex udinese Abel Balbo, centravanti ...

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Era l'estate '93. A novembre, poi, arrivò Massimiliano Cappioli, enfant du pais che tornava a casa dopo la bella avventura di Cagliari. Nella stagione seguente la Roma assunse ancora di più i connotati di squadra «mazzoniana», visto che gli acquisti di Sensi furono tutti ispirati dall'allenatore. Tra loro i principali furono due vecchie conoscenze cagliaritane del mister: l'ala destra Moriero e la seconda punta Fonseca. Il primo arrivò direttamente dalla Sardegna, il secondo da Napoli. Con loro e Balbo Mazzone aveva intenzione di costruire un tridente delle meraviglie che, a dire il vero, funzionò solo a sprazzi. Nella terza e ultima stagione di Mazzone i veri acquisti boom del mercato giallorosso furono il centrocampista Di Biagio (prelevato da quel Foggia in cui si era affermato con Zeman) e il giovane attaccante Delvecchio. Quest'ultimo arrivò a novembre in cambio di Branca e il tempo lo avrebbe rivelato come un affare ottimo. Come per i precedenti acquisti italiani di Sensi (Cappioli, Moriero, Di Biagio) anche per Delvecchio la Roma funzionò da trampolino di lancio verso la nazionale. E la storia si ripeté anche col giovane Tommasi, arrivato nella Capitale dal Verona nell'estate del '96 e poi diventato uno dei pilastri della Roma del terzo scudetto e della stessa nazionale. A gennaio '97, poi, fu la volta di Candela, un altro degli alfieri del terzo scudetto. Il campionato 1996-97 però fu una sofferenza e Sensi decise di dare una sterzata alla squadra e chiamò in panchina l'ex mister della Lazio Zeman, a cui acquistò Konsel, Cafu, P.Sergio e Zago. Alla fine del torneo 1998-99, però, Sensi decise di cambiare di nuovo il tecnico e assunse Fabio Capello, a cui regalò Montella (pagato 50 miliardi di vecchie lire) e, a gennaio, il giapponese Nakata (altri 50 miliardi, versati al Perugia). La Roma, però, arrivò solo sesta, mentre la Lazio vinse lo scudetto. Uno smacco a cui Sensi reagì con orgoglio comprando dalla Fiorentina Gabriel Batistuta per 70 miliardi delle vecchie lire. Quello è stato il suo acquisto più costoso ed entusiasmante, anche se nella scoppiettante estate del 2000 arrivarono in giallorosso pure Samuel (40 miliardi) ed Emerson. Nel giugno successivo la Roma si ritrovò a celebrare il suo terzo scudetto e subito dopo strappò alla Juve il giovane italiano ritenuto più bravo di tutti: Antonio Cassano, pagato al Bari 55 miliardi. Ad ottobre, poi, arrivò Panucci. Nelle stagioni seguenti i colpi di mercato della Roma portarono i nomi di Dacourt (gennaio 2003), Chivu (colpo dell'estate 2003) e Mancini, ragazzo preso a gennaio del 2003 e girato in prestito al Venezia, salvo riportarlo alla base in estate. Poi toccò a Mexes e Perrotta, deludenti il primo anno (2004-05) splendidi con Spalletti e infine a Taddei, colpo a parametro zero di dodici mesi fa.

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