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Il processo d'appello rivoluziona le sentenze di primo grado della giustizia sportiva Bianconeri con 17 punti di handicap. Tornano in A Lazio (-11) e Fiorentina (-19)

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Il Milan potrà disputare i preliminare di Champions League, per la Juventus confermata la retrocessione in serie B con una penalizzazione congrua, come aveva richiesto davanti alla Commissione d'appello federale il legale dei bianconeri Zaccone. Il club di Torino reclama a gran voce: la Juve non è disposta a pagare per tutti. I bianconeri andranno avanti, prima presentandosi davanti alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni. Qualora anche l'ultimo grado della giustizia sportiva confermasse la sentenza di Sandulli, il ricorso al Tar sarebbe inevitabile. Fiorentina e Lazio perdono l'Europa: i viola avrebbero dovuto prendere parte ai preliminari di Champions League, i laziali non potranno partecipare alla coppa Uefa. Le due società stanno prendendo in considerazione l'ipotesi di ricorrere, ma davanti al Tar, la sentenza di Sandulli potrebbe essere o annullata, o confermata: non ci potranno essere modifiche. Rispetto alla sentenza di primo grado la Juventus ha ottenuto un'accettabile riduzione della pena: i meno trenta punti decisi dal giudice Ruperto sono diventati diciassette con una squalifica del campo di tre giornate. Una penalizzazione consistente, che tuttavia non compromette del tutto la possibilità di promozione in serie A nella prossima stagione. Confermate le sentenze di primo grado per l'ex direttore generale Moggi e per l'amministratore delegato Giraudo. Il Milan perde l'accesso diretto alla Champions: i rossoneri si dovranno conquistare sul campo la partecipazione alla coppa più prestigiosa. In A i rossoneri partiranno da -8 col terreno di gioco squalificato per una giornata. La penalizzazione di 30 punti per il campionato appena concluso fa retrocedere il club al terzo posto. Galliani è stato condannato a nove mesi di inibizione. Mano più pesante per l'altro tesserato rossonero Meani: l'addetto agli assistenti arbitrali dovrà scontare 2 anni e sei mesi di squalifica. La Lazio resta nella massima serie: il club biancoceleste, penalizzato di 30 punti per il campionato scorso, ripartirà con un handicap di 11 lunghezze. L'Olimpico è stato squalificato per due turni. La squadra non parteciperà alla coppa Uefa, il suo presidente, Lotito, è stato condannato a 2 anni e sei mesi e al pagamento di 30 mila euro di ammenda per responsabilità oggettiva inerente alla partita Lazio-Brescia del 2 febbraio 2005. Parteciperà al prossimo campionato di serie A anche la Fiorentina (Artemio Franchi chiuso per tre giornate) che dovrà partire da una penalizzazione di 19 punti: il club gigliato, per la penalizzazione legata al campionato scorso - meno 30 - perde la possibilità di partecipare alle coppe europee. Consistente anche la pena per i dirigenti della società toscana: Diego Della Valle è stato inibito per 3 anni e nove mesi. La squalifica del fratello Andrea durerà nove mesi in meno. Anche Mencucci dovrà restare fermo al palo per 2 anni e mezzo. Singolare la sentenza relativa all'ex presidente federale Carraro che pagherà soltanto un'ammenda di 80 mila euro ed una diffida, senza scontare un solo giorno di inibizione. Paga pesantemente Mazzini, ex vice presidente federale per cui è stata richiesta anche la radiazione, oltre alla squalifica per cinque anni. Il fischietto romano De Santis paga per tutti: quattro anni di inibizione. È il solo arbitro ad essere stato condannato. Prosciolto il suo collega Dondarini, puniti con 3 mesi di inibizione gli assistenti Babini e Puglisi. Confermati i tre mesi di squalifica anche per a Paparesta sulla cui testa pende anche la richiesta di radiazione da parte della Procura arbitrale. Appesantita la posizione dell'ex designatore Pairetto: per lui 3 anni e sei mesi di inibizione. Anche Mazzei, ex disignatore degli assistenti di linea, è stato condannato a sei mesi di squalifica. «Le sentenze - ha spiegato Sandulli all'uscita dall'albergo - vanno lette prima di criticarle, ma vedrete che quando usciranno le motivazioni tutto sarà più chia

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